Si è concluso ieri pomeriggio il G20 tra i vari ministri dell’economia dei Paesi più ricchi al mondo, senza grosse soluzioni. Bisogna premettere che la finalità dell’incontro era incentrata sulla crisi economica e sulle misure da prendere per uscire dalla recessione, ma tra tutti questi aspetti, doveva essere preso in considerazione anche quello del finanziamento per la lotta ai cambiamenti climatici.
Purtroppo, mentre su tutti gli altri aspetti i 20 ministri hanno dibattuto e si sono confrontati approfonditamente, l’aspetto ambientale è stato come al solito messo da parte, liquidato con un semplice “poi vediamo”. Nei pochi minuti dedicati alla problematica, i rappresentati delle grandi nazioni si sono detti tutti d’accordo sul fatto di discutere una serie di opzioni e di impegnarsi per un finanziamento di tali sforzi, anche in vista del meeting di Copenaghen del mese di dicembre, ma oltre questi buoni propositi non si è andato. La soluzione arriverà in Danimarca (si spera).
Ma di cosa si sarebbe dovuto parlare nell’incontro? In primo luogo, di riduzione dell’emissioni. L’Unione Europea, con qualche oppositore, vuol portare la riduzione di gas serra dal 20 al 30% entro il 2020. Gli Stati Uniti, che vogliono seguire l’esempio europeo, sono ancora indietro sulla decisione, e questo è stato il primo nodo della questione. Il secondo è arrivato sul finanziamento ai Paesi del terzo mondo, soprattutto africani, per aiutarli ad adeguarsi ai cambiamenti con il passaggio dall’industria inquinante (prevalentemente basata sul carbone) a quella pulita. Per farlo, l’Ue ha intenzione di finanziare 100 miliardi di euro entro il 2020, ma Cina e Usa frenano.
Adesso le speranze, come afferma anche Yvo De Boer, commissario europeo nella commissione cambiamenti climatici, sono tutte su Copenaghen:
Copenaghen può e deve essere il punto di svolta nella lotta internazionale contro il cambio climatico. Una forte combinazione di impegno e compromesso può e deve fare si che questo accada. Pochi progressi sono stati fatti sui due punti chiave della riduzione delle emissioni a medio termine dei paesi industrializzati e sui finanziamenti che consentiranno ai Paesi in via di sviluppo di limitare la crescita delle loro emissioni e di adeguarsi agli inevitabili effetti del cambiamento climatico.
L’appuntamento dunque è al 7 dicembre a Copenaghen.
Fonte: [Ansa]
Camminando Scalzi 8 Novembre 2009 il 1:10 pm
Seconda parte dell’inchiesta sulle foreste e l’olio di palma: http://www.camminandoscalzi.it/wordpress/nel-paese-dellolio-di-palma-seconda-parte.html