Un olio motore completamente biodegradabile. Non è fantascienza ma realtà. La Green Earth Technologies, azienda americana leader nel settore dei prodotti biodegradabili, infatti, ha creato il G-Oil, un olio per i motori realizzato non a partire dal tradizionale petrolio ma dal grasso delle mucche. Nello specifico, la GET per produrre il G-Oil utilizza grassi animali derivanti dagli scarti dell’industria della trasformazione della carne. Il risultato è un olio motore ecologico e biodegradabile utilizzabile per i veicoli a benzina e a diesel, per le falciatrici, per i ciclomotori e per i motocicli. Notevoli i vantaggi per l’ambiente: si stima che G-Oil impieghi solo 9 giorni per degradarsi completamente, a fronte del limite di 28 giorni fissato dalla legge americana.
L’unico inconvegnente è il fatto che prima di potersi disfare definitivamente del G-Oil usato questo deve essere miscelato con uno specifico additivo chiamato G-Disposoil, prodotto sempre dalla Green Earth Technologies. La biodegradabilità dell’innovativo olio motore è basata sull’impiego delle nanotecnologie e di avanzate tecniche di deidrogenazione dei grassi, che trasformano alcune sostanze nocive in molecole più piccole e maggiormente tollerate dall’ambiente. Oltre ad essere biodegradabile il G-Oil riduce notevolmente la quantità di idrocarburi tossici, di protossido di azoto e di monossido di carbonio rilasciati dallo scarico dei veicoli. La GET, inoltre, fa sapere che anche i contenitori del G-Oil sono rispettosi dell’ambiente: i flaconi, infatti, sono riciclabili al 100% e realizzati dal 25 al 100% con materiali riciclati mentre le etichette sono stampate con inchiostro ad acqua e su carta riciclata.
L’olio per motori biodegradabile G-Oil, grazie alle sue eco-caratteristiche, ha superato i rigidi test dell’American Petroleum Institute (API), è stato approvato per l’impiego nelle varie applicazioni automobilistiche ed ha ottenuto il marchio di certificazione dell’American Petroleum Institute e SM.
Il G-Oil, dunque, rappresenta una valida soluzione per ridurre le emissioni nocive causate dal massiccio utilizzo del tradizionale olio per i motori e la dipendenza dal petrolio sempre più caro, nocivo e scarso.
ing. marucci 22 Dicembre 2008 il 11:49 am
Plastica biodegradabile: dal mercato di nicchia a quello di massa, il passo è breve.
Il progresso industriale ed economico del nostro pianeta deve avere obiettivi riscontri di sostenibilità e senza pregiudizio per l’ambiente. In questa direzione, senza affermare niente di nuovo, l’industria plastica nel suo complesso – quella petrolchimica, i costruttori di macchinari per la trasformazione e gli stessi utilizzatori – si è impegnata (anche e soprattutto, forse, economicamente) negli ultimi anni per studiare formule e processi di sempre minor ridotto impatto ambientale. Gli studi sul campo, l’eco-bilancio ecc. sono entrati a pieno titolo nelle logiche aziendali del settore
La lavorazione della plastica, dal canto suo, genera emissioni in atmosfera inferiori del 70%, così come il rilascio di acque reflue è inferiore del 96%. Per quanto riguarda l’alternativa dei polimeri biodegradabili non c’è convinzione o predisposizione da parte dell’industria, senza considerare che la relativa produzione e impiego ha degli svantaggi che superano i benefici; l’allusione riguarda soprattutto la contaminazione delle altre materie plastiche presenti nei flussi postconsumo da inviare al riciclaggio e, conseguentemente, i problemi che ricadrebbero sul relativo comparto industriale.
Grazie alle leggi e ai regolamenti sull’ambiente, oltre che alle richieste dei consumatori di prodotti ecocompatibili, incominciano a diffondersi sul mercato i polimeri biodegradabili. Gli attuali polimeri biodegradabili sono progettati o per degradare biologicamente o per fotodegradare o per degradare chimicamente, a seconda del tipo di ambiente che incontrano dopo l’uso. Idealmente, i percorsi di degradazione dovrebbero sfociare nella bio-conversione del polimero in biossido di carbonio (aerobica) o di biossido di carbonio / metano (anaerobica) e in biomassa. Tuttavia, la totale biodegradabilità può verificarsi solo quando questi materiali sono smaltiti correttamente in un sito di compostaggio (lavorando a temperature di 60-70°C). Le bioplastiche,inoltre, alimentano l’attuale crisi alimentare perché la loro coltivazione sottrae terreni prima destinati alle colture per il consumo umano e pertanto contribuiscono alla crisi globale dei prezzi alimentari.
La ECM BioFilms Inc è stata fondata nel 1998 per sviluppare e mettere su mercato una nuova tecnologia, che consente ai produttori di manufatti in plastica di offrire prodotti biodegradabili a prezzi davvero competitivi pur avendo le stesse proprietà meccaniche delle plastiche non-degradabili. Questa tecnologia si basa su un additivo che, combinato ad una percentuale minima dell’1% alle resine plastiche tradizionali, rende il prodotto finale completamente biodegradabile pur mantenendo le proprie caratteristiche.
La tecnologia riguarda un additivo che, combinato in piccole quantità con una qualsiasi resina plastica, rende i prodotti biodegradabili pur mantenendo intatte le proprie caratteristiche meccaniche. Questo additivo è venduto come ECM MasterBatch Pellet, distribuito in esclusiva da ITALCOM.
La Società ha sviluppato questa tecnologia in modo che la maggior parte dei produttori di manufatti in plastica possono utilizzare tranquillamente l’additivo senza dover modificare i loro attuali metodi di produzione. I prodotti plastici ottenuti presentano le stesse proprietà meccaniche e durata , ma hanno il vantaggio che quando vengono buttati, grazie ai microrganismi, sono in grado di essere metabolizzati in biomassa. Il processo di biodegradazione può avvenire sia in fase aerobica che anaerobica ( per esempio discarica o interramento). La tecnologia della Società si differenzia notevolmente dalle altre tecnologie emergenti nel mercato che rendono le ” plastiche degradabili”, in quanto non tenta di sostituire la formula chimica delle popolari resine plastiche. Il processo della ECM utilizza più composti bio-attivi brevettati, che vengono combinati nel MasterBatch Pellet, che può essere facilmente aggiunto alle resine plastiche utilizzando le tecnologie esistenti. Il processo di biodegradazione inizia con un agente brevettato che, se combinato con calore e umidità, espande la struttura molecolare delle plastiche. In seguito l’agente crea uno spazio all’interno della struttura molecolare della plastica e la combinazione del MasterBatch con i composti bio-attivi attivano una colonia di microrganismi che metabolizzano e neutralizzano la plastica. I più rinomati laboratori di prova sono stati impegnati dalla ECM per stabilire autonomamente la biodegradabilità di film di plastica della ECM Biofilms inc.