E’ passato un anno dal disastro nucleare di Fukushima, il secondo per danni della storia, dopo Chernobyl, ed il Giappone che troviamo oggi è molto diverso da quello di 365 giorni fa. I giapponesi del 2011 erano un popolo che si fidava ciecamente del suo Governo, delle autorità, si sentivano talmente tecnologicamente avanzati da poter sfidare la natura ed erano uno dei popoli più ricchi del pianeta. E soprattutto erano fortemente dipendenti dal nucleare. Tra un mese non ci sarà più un solo watt prodotto dalle centrali atomiche.
Dal dopo-Fukushima sono stati avviati una serie di stress test che avrebbero dovuto mettere alla prova le varie centrali, per controllare se fossero in grado di rimanere in sicurezza in seguito a terremoti o tsunami. Per fare questi controlli ogni centrale veniva spenta, per poi venire riaccesa una volta terminati i test. Ma per un motivo o per un altro, ogni centrale che è stata spenta non è stata più riaccesa, mentre i test su altre strutture proseguivano. Attualmente su quasi sessanta centrali ne sono attive solo due, una di queste verrà spenta tra due settimane e l’ultima a fine aprile. Se per allora nessun altra centrale verrà riattivata, per la prima volta negli ultimi 50 anni il Giappone non avrà più energia atomica.
Ma a parte questo, lo Stato nipponico di oggi è totalmente diverso rispetto ad un anno fa. La fiducia nelle autorità è ai minimi storici, ormai nessuno si fida più di ciò che sente in tv. E’ cambiato un presidente e soprattutto ora c’è la paura che qualche altro evento naturale, che secondo gli scienziati prima o poi ci sarà, possa creare altri disastri. L’economia è allo sbando, tra crisi economica internazionale e obbligo di acquisto dell’energia dall’estero. E tutto questo per due fattori, entrambi legati alla stupidità umana: la volontà di puntare cocciutamente sull’energia nucleare e l’avidità che ha portato i dirigenti della Tepco a non mettere in sicurezza la centrale di Fukushima quando erano ancora in tempo, ignorando gli avvertimenti dei geologi, e costruendo protezioni minime che alla prima onda anomala sono state polverizzate.
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