Il disastro di Fukushima si sapeva già che fosse di dimensioni considerevoli, ma oggi arriva la notizia che è anche peggio di quanto si potesse pensare. In particolare l’ultima novità riguarda il livello di radiazioni in mare, che per un errore nel calcolo effettuato dall’Agenzia Giapponese per l’Energia Atomica (Jaea), speriamo fatto in buona fede, è stato di gran lunga sottostimato. L’Agenzia infatti annunciò che il livello delle radiazioni nell’oceano avesse raggiunto 4,72 miliardi di terabecquerel di cesio 137 e iodio 131. In realtà queste erano 15 miliardi, più del triplo.
Per avere un’idea di cosa stiamo parlando, basti pensare che il Governo giapponese ha vietato la consumazione di pesce con livelli di becquerel superiori a 500. Alla luce dei nuovi numeri non solo diventa quasi scontato che ogni singolo pesciolino nel mare intorno a Fukushima sia stato contagiato, ma anche che l’estensione del disastro sia molto ampia.
Le radiazioni infatti hanno creato disastri anche sulla terraferma, visto che proprio in questi giorni è stato appurato che persino i cinghiali, uno dei capisaldi della cucina nipponica, sono stati contagiati anche a diversi chilometri di distanza dalla centrale, e dunque dopo i pesci, ora i giapponesi non possono mangiare nemmeno selvaggina. D’altra parte è bastato ascoltare l’ex presidente Naoto Kan che, prima di dimettersi, ha ammesso che le aree entro 3 chilometri intorno alla zona del disastro saranno invivibili per decenni, per capire quanto grave sia la situazione. Dopotutto se l’area intorno a Chernobyl è chiusa al pubblico da 25 anni, e chissà ancora per quanto lo sarà, le radiazioni uscite da Fukushima che sono state maggiori di quelle della centrale ucraina renderanno la situazione di quelle aree ben peggiore.
Per questo la Tepco, la responsabile della centrale, ha deciso di iniziare entro la fine dell’anno la costruzione di un muro d’acciaio in mare lungo 800 metri in modo da contenere le radiazioni ed evitare così che si disperdano. Bastasse questo.