Nonostante le limitazioni volute dal Governo giapponese che non faceva avvicinare gli scienziati alla costa di Fukushima, i risultati delle rilevazioni degli scienziati sono state anche peggiori del previsto. Il pesce che si trova nelle vicinanze della centrale non sarà commestibile per anni, forse anche più di un decennio. Cade così l’ennesima bugia dei responsabili politici che avevano affermato che sia il pesce che i prodotti della terra nell’area intorno alla centrale erano buoni.
Dopotutto bastava vedere che fine ha fatto quel presentatore che mangiò la verdura di Fukushima per capire, letteralmente, che aria tira. Tornando allo studio, pubblicato questa settimana su Science, merluzzo, halibut, sogliola ed altri pesci di grossa taglia sarebbero i più pericolosi perché in grado di accumulare più materiale radioattivo, di cui ormai l’acqua è piena, e conservarlo per anni.
Dalle ultime rilevazioni risulta che c’è ancora una fonte di cesio che scarica dalla centrale in mare ancora oggi. Ciò è provato dal fatto che, a distanza di un anno e mezzo, gli isotopi radioattivi nei pesci sarebbero dovuti calare. Ed invece sono ancora uguali al marzo 2011, il che significa che ne vengono immessi di nuovi tutti i giorni.
Questi pesci potrebbero essere vietati per molto tempo. La cosa più sorprendente per me era che i livelli di radioattività nei pesci non andava giù. Avrebbero dovuto esserci numeri molto più bassi
ha spiegato Ken Buesseler, scienziato senior presso il Woods Hole Oceanographic Institution negli Stati Uniti, che ha scritto il documento intitolato Fishing For Answers Off Fukushima. I livelli presenti oggi, conclude lo scienziato, non sono considerati letali, ma sono sufficientemente elevati da causare un aumento del rischio di contrarre alcuni tipi di malattie dovute alla radioattività elevata. In particolar modo se nella propria dieta il pesce diventa un elemento stabile.
[Fonte: The Guardian]
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