Credevamo di esserci liberati dell’incubo Fukushima, a quasi 8 mesi dal disastro che ha fatto diventare un’intera regione un deserto, ed invece ecco spuntare un nuovo problema: il reattore 2 ha mostrato segni di fissione. Cosa significa? Che se non si interviene subito potrebbe esserci un’esplosione.
Per fortuna gli uomini della Tepco si sono accorti in tempo del pericolo, ed hanno inviato degli operai per iniettare acqua mescolata ad acido borico per tenere la situazione sotto il livello di guardia. A dare la notizia è stata la fonte più autorevole in questione, la Tokyo Electric Power che gestisce proprio la famosa centrale di Fukushima, che ha riferito di un rilascio del gas xenon, il quale di solito si manifesta in presenza di un processo di fissione.
La causa ipotizzata dall’Agenzia nipponica per la sicurezza nucleare è il rilascio degli isotopi di xenon 133 o 135, ma soltanto le indagini che saranno avviate quando la situazione sarà sotto controllo potranno accertare come mai ciò sia potuto accadere.
Non neghiamo alcuna ipotesi, compresa quella di criticità localizzate all’interno del reattore. L’importante è continuare a monitorare eventuali segnali di reazione fissile e mantenere una capacità di controllo
ha dichiarato Yoshinori Moriyama, portavoce della Nisa.
Abbiamo la conferma che il reattore è stabile e non crediamo che questo possa avere alcun impatto sul nostro lavoro futuro
ha aggiunto il portavoce della Tepco, Osamu Yokokura. La notizia arriva come una sorta di punto esclamativo su una situazione incredibilmente tragica, certificata dal Governo di Tokyo che ha ammesso appena pochi giorni fa che per la messa in sicurezza totale dell’impianto e dell’area circostante ci vorranno almeno 30 anni. E dire che le cose stavano tornando alla normalità, visto che il reattore numero 4 di Genkai che si era spento ad ottobre per un guasto era stato appena riavviato. Evidentemente è un segnale che in Giappone, e nel resto del mondo, l’Era del nucleare è finita.