A circa un anno dal sisma che ha devastato parte del Giappone e causato l’incidente nucleare di Fukushima, si contano ancora i danni e si raccolgono (poco o quasi nulla) dei rifiuti. E’ stimato che solo il 5% dei detriti dovuti al sisma siano stati recuperati, inceneriti o smaltiti. A dare la notizia è lo stesso ministro dell’Ambiente giapponese, Goshi Hosono, che chiede un maggior sostegno da parte dei governi locali per arginare il problema.
Voglio accelerare il processo, visto che è al momento un enorme ostacolo agli sforzi di ricostruzione.
spiega il ministro Hosono, e difatti l’obiettivo di stoccaggio totale e smaltimento di tutti i rifiuti del dopo Fukushima entro il mese di marzo 2014 è sempre più lontano. Con il sisma e lo tsunami sono stati prodotti circa 22,53 milioni di tonnellate di rifuti nelle diverse prefetture più colpite dal disastro naturale: Iwate, Fukushima e Miyagi. Alcune tonnellate di rifiuti sono in viaggio verso la West Coast e le Hawaii, altre giacciono ancora sul territorio nipponico. Le prefetture hanno difficoltà ad accettare i rifiuti e a collaborare con il loro smaltimento perché, giustamente, temono la contaminazione nonostante tra essi non vi siano quelli della centrale nucleare, stoccati e smaltiti diversamente. Tokyo ha concesso i propri inceneritori per 11.000 tonnellate di rifiuti provenineti da Miyako, pureché la radioattività riscontrata fosse inferiore a 0,01 millisiervet. La proposta sarà operativa entro la fine del mese di marzo, ma entro l’anno 2013 la capitale del Giappone conta di accettare altre 500.000 tonnellate di rifiuti del dopo Fukushima.
Per arginare il problema e raggiungere l’obiettivo di marzo 2014 anche le altre prefetture dello Stato, fuori dall’area più devastata dal sisma e dallo tsunami, dovrebbero accettare almeno 4 milioni di tonnellate di detriti. Tra questi, come spiega il ministro dell’Ambiente giapponese, il rifiuto più complesso da smaltire è il legno che difficilmente può essere riciclato; mentre il calcestruzzo riesce facilmente ad essere reimpiegato.
[Fonte: Ansa]
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