In questi ultimi anni i politici britannici si sono spesso distinti a livello mondiale per aver preso diverse decisioni positive in fatto di sostenibilità. Ma con l’autorizzazione arrivata dal Parlamento nei giorni scorsi, rischiano di veder bruciare tutti gli sforzi compiuti finora. La pratica del fracking è stata ufficialmente autorizzata anche in quel Paese. O per essere più precisi, il Parlamento ha eliminato tutte le restrizioni che di fatto non lo rendevano possibile finora. Ma di cosa si tratta di preciso?
La pratica del fracking esiste da anni in alcuni Paesi come gli Stati Uniti e non è altro che la rottura delle rocce attraverso diverse tecniche (trivelle, spruzzo di acqua e sabbia, ecc.), per far liberare nell’aria il gas scisto contenuto in questi sedimenti. Il fine ultimo è trasformare questo gas scisto in energia. In teoria si tratta di una fonte energetica quasi inesauribile e a basso costo, dato che serve soltanto rompere le rocce e “catturare” il gas che ne fuoriesce. Ma si tratta anche di una pratica molto inquinante.
Lo è perché inquina in più modi. Il gas scisto è già di per sé inquinante, la combustione del gas produce emissioni, ma anche le sostanze chimiche con cui le rocce vengono trattate vanno ad inquinare le falde acquifere. Un circolo vizioso che porterà ad aumentare, anziché a ridurre, il fenomeno del cambiamento climatico. Ma non finisce qui. Siccome le rocce che vengono rotte sono sotterranee, alcuni scienziati hanno ipotizzato che la trivellazione potrebbe causare dei terremoti.
Cuadrilla Resources, una delle imprese che si occupano di fracking, ha ammesso che due terremoti che si sono verificati nel Mare del Nord lo scorso anno sono direttamente riconducibili proprio a queste operazioni. Potenzialmente inoltre, il gas scisto disponibile in un Paese come la Gran Bretagna dovrebbe valere miliardi di sterline, ma comporterebbe la costruzione di 40 centrali a gas che, come si sa, inquinano. Meno di quelle a carbone, ma sempre di inquinamento si parla. I calcoli stimano concentrazioni di gas sufficienti a soddisfare il 100% del fabbisogno energetico britannico per i prossimi 70 anni, ma a quale prezzo?
[Fonte: The Guardian]
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