In un periodo di crisi economica come quello che stiamo passando, e che sembra non dover finire mai, la ricetta per poterne uscire si chiama lavoro. L’Italia, ma anche tutto il resto del mondo, ha una carta preziosa da giocare, ma che viene troppo sottovalutata, e cioè quella delle rinnovabili, e sempre più voci si rincorrono per farci rendere conto che è qui che bisogna investire se vogliamo vivere un Rinascimento verde.
Secondo le stime valutate da Massimo Sapienza, presidente di Asso Energie Future, il solo comparto del fotovoltaico in Italia potrebbe creare all’incirca duecentomila posti di lavoro in Italia nei prossimi 9 anni, passando dalle 15 mila unità attualmente impiegate a 210-225 mila nel 2020. Il tutto a costi ridotti.
Si diceva infatti che, per continuare ad erogare gli incentivi statali, i costi aggiuntivi sulle bollette sarebbero tornati a crescere. Ed invece, secondo l’associazione dei produttori di energia rinnovabile, pare che il costo si possa attestare in appena 1,70 euro al mese (in bolletta) già da quest’anno. Probabilmente non ci sarà nessuno a protestare se, a fronte di incentivi che possono tornare utili al contribuente stesso, e che comportano un taglio delle emissioni del 5% entro il 2020 (obiettivo del Protocollo di Kyoto), dovessimo pagare nemmeno due euro al mese in più.
Se i piani dovessero andare in porto, dato che sembra che la direzione intrapresa sia quella giusta, entro la fine del decennio il comparto fotovoltaico potrebbe produrre ricchezza in Italia per 110 miliardi di euro, e considerando che molta di quest’energia arriverà proprio dai privati, ci sarà un risparmio generale per tutti. La strada, come dicevamo, sembra essere quella giusta, e a confermare questa tesi c’è anche il GSE (Gestore dei Servizi Energetici), il quale ha spiegato che a fine 2010 il fotovoltaico italiano installato ha raggiunto i 2.800 megawatt, ma a febbraio abbiamo già sfondato il muro dei tremila (3.200 per la precisione), e questa cifra potrebbe più che raddoppiare entro la fine dell’anno, arrivando a 7 gigawatt, che rappresenterebbe una delle tre soglie maggiori a livello mondiale.
Numeri incoraggianti, dato che le agenzie che si occupano di previsioni si dividono in ottimiste e pessimiste, e quelle peggiori non vanno mai al di sotto dei 4.700 Mw, più di quanto fanno i maggiori Paesi europei insieme, Germania esclusa. Un’opportunità da non lasciarsi sfuggire.
[Fonte: Corriere della Sera]
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