In Italia siamo oramai ad un passo dal raggiungimento dei 1000 MW di potenza installata cumulata ed incentivata per quel che riguarda il fotovoltaico; trattasi di un traguardo importante, ma nello stesso tempo occorre mettere in evidenza come questa quota sia già stata varcata da anni da Paesi come la Germania, il Giappone e la Spagna. A ricordarlo è un Rapporto I-COM a cura di Stefano da Empoli, Franco D’Amore, Cataldo Ferrarese e Manuela Mischitelli, pubblicato online sul sito di Asso Energie Future, un’Associazione che ha sede a Roma e che ha come obiettivo quello di creare, nel settore delle energie rinnovabili, una forte industria italiana. Anche per questo nel Rapporto viene sottolineato come il fotovoltaico in Italia, fino allo scorso anno, rientri nella storia di un successo mancato, e questo nonostante il comparto, cosa oramai nota ed assodata, presenti un grande potenziale di crescita su scala mondiale.
Il fotovoltaico nel suo sviluppo interno dipende in Italia, e non solo, dai meccanismi di incentivazione promossi dai singoli Stati, il che significa che brusche discontinuità nell’erogazione di queste incentivazioni rischiano di mettere in difficoltà la filiera specie se, ed il nostro Paese vi rientra, l’industria del fotovoltaico non si è ancora pienamente sviluppata. Per questo il Rapporto I-COM pone l’accento sul fatto che un brusco calo delle tariffe incentivanti, a partire dall’anno 2011, rischia letteralmente di far “saltare” progetti per il fotovoltaico che, anche a causa della crisi economica degli ultimi due anni, potrebbero anche non essere più oggetto di finanziamento.
Come diretta conseguenza, gli autori del Rapporto ritengono che la situazione potrebbe migliorare anche garantendo maggiore semplicità ed una maggiore semplificazione nell’accesso agli incentivi attraverso un’architettura che non tenga conto della dimensione dell’impianto ma, ai fini dell’assegnazione della tariffa, tenga solamente conto del suo livello di integrazione. Fondamentale, in termini di convenienza per gli investimenti nel fotovoltaico, è altresì la ricerca e l’innovazione che portano alla riduzione dei costi di realizzazione, e che potrebbero trovare spinta da partnership ed aggregazioni tra la ricerca pubblica e quella industriale.