Non solo in Europa, Italia compresa, ma anche negli Stati Uniti la presenza di incentivi continua ad essere uno dei fattori chiave per garantire lo sviluppo e l’espansione del fotovoltaico. Ad affermarlo è stato il “DOE”, Dipartimento per l’Energia americano, in base ad un Rapporto stilato dal “NREL”, il National Renewable Energy Laboratory, che, quindi, mette in risalto come la crescita del mercato dell’energia prodotta da fonte solare non possa fare affidamento solo ed esclusivamente, anche in termini di competitività, sullo sviluppo tecnologico. In particolare, il Rapporto ha preso a riferimento i fattori chiave che possono portare a facilitare lo sviluppo del mercato residenziale del fotovoltaico in base agli investimenti effettuati dalle società elettriche a cavallo tra l’anno 2008 ed il 2009.
Ebbene, in accordo con quanto riporta la controllata di Enel Enel Green Power, il Rapporto mette in risalto come il raggiungimento del punto di pareggio, il cosiddetto “break-even“, presenti un ampio campo di variabilità temporale che dipende non solo dall’evoluzione tecnologica, ma anche dalla presenza o meno di finanziamenti pubblici unitamente ai livelli dei tassi di interesse ed al costo medio dell’energia elettrica.
E sebbene anche in assenza di incentivi ci siano le condizioni per tagliare il traguardo relativo al pareggio dei costi, il Dipartimento per l’Energia americano ritiene che il fotovoltaico negli Stati Uniti si svilupperà in maniera non omogenea. Le prospettive, infatti, sono più favorevoli negli Stati americani del sud-ovest, dove fino ad ora per il mercato residenziale del fotovoltaico è stato impegnato il maggior livello di risorse, mentre negli Stati del nord-est emergono allo stesso modo interessanti prospettive di sviluppo e di crescita per questioni legate al fatto che l’uso del fotovoltaico può rappresentare una valida alternativa, in presenza o meno di incentivi, all’energia prodotta da fonti energetiche concorrenti per effetto dei costi elevati che si registrano in queste aree degli States.