Entro il 2020, lo sviluppo nel nostro Paese del fotovoltaico apporterà due benefici di particolare rilevanza: uno è di tipo economico, con una creazione di valore aggiunto pari a ben 22 miliardi di euro; l’altro è di tipo occupazionale con la creazione, all’incirca, di ben 45 mila posti di lavoro. Pur tuttavia, in accordo con una ricerca condotta da I-Com, le cifre citate devono essere quintuplicate se sul fotovoltaico nel nostro Paese ci saranno le condizioni per la nascita di una vera e propria filiera industriale nazionale.
L’I-Com, Istituto per la Competitività, ha elaborato il rapporto prendendo a riferimento il dato di fatto che il nostro Paese sul fotovoltaico è partito in ritardo, ragion per cui il raggiungimento del target dei 9.000 MW di potenza in Italia entro il 2020, nel rispetto degli impegni europei, si conseguirebbe chiaramente prima e meglio con la filiera visto che, tra l’altro, al momento su ogni due pannelli installati in Italia solo uno è prodotto sul nostro territorio.
Ebbene, con la filiera, in accordo con quanto riporta Enel Green Power, si può arrivare a produrre 3.000 MW di pannelli fotovoltaici a fronte di 210 mila nuovi posti di lavoro nel decennio 2010-2020 e ben 110 miliardi di euro di valore aggiunto. Ed in merito alla produzione di pannelli e componenti per il fotovoltaico lo scorso anno, un rapporto di IMS Research ha rivelato come il primo semestre 2009 sia stato non buono, mentre nel secondo semestre, anche a seguito di un allentamento della crisi finanziaria, c’è stata una forte accelerazione che ha portato il mercato a crescere comunque di un buon 25% annuo.
La congiuntura non proprio esaltante, pur tuttavia, ha fatto in certi casi dilatare i tempi tra l’acquisto dei pannelli e la loro “messa in esercizio” a seguito del completamento dell’impianto e della sua connessione in rete. Inoltre, nell’ultima parte dell’anno c’è stata una forte domanda di pannelli in prevalenza a seguito delle speculazioni sulla rimodulazione delle tariffe incentivanti in alcuni Paesi europei.