Gli Stati Uniti devono sviluppare nuovi metodi sia per produrre, sia per utilizzare le energie rinnovabili. Ad affermarlo è stato il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, il quale ha di conseguenza proposto un incremento di $ 217 milioni dei fondi da destinare per sostenere i progetti di ricerca. L’America, Paese leader su tanti fronti, con l’avvento della nuova Amministrazione, dopo la lunga “regnanza” di George W. Bush, decisamente più “vicino” alle major del petrolio, non vuole lasciarsi scappare l’obiettivo di diventare su scala globale il leader per quel che riguarda le nuove energie, e chiaramente al Paese le risorse e le potenzialità in tal senso non mancano.
E così, a valere sull’anno fiscale 2011, che partirà nel prossimo mese di ottobre, Barack Obama ha altresì proposto un incremento di altri 108 milioni di dollari di stanziamenti da destinare alle energie rinnovabili nell’ambito del budget proposto per il Dipartimento dell’energia che ammonta a ben 28,4 miliardi di dollari, con un incremento del 6,8% rispetto all’anno fiscale 2010.
I 217 milioni di dollari in più stanziati per i progetti di ricerca, in accordo con quanto riporta la controllata di Enel Enel Green Power, riguardano, tra gli altri, progetti di ricerca come l’Advanced Research Project Agency – Energy e l’Energy Innovation Hubs. I fondi a budget per le rinnovabili riguardano le biomasse, dove per quest’anno le risorse, almeno per il momento, non aumenteranno rispetto allo scorso anno fiscale, mentre le risorse per il solare-fotovoltaico, per la geotermia e per l’idrocinetico e l’idroelettrico aumentano a due cifre tra il 19% ed il 25%.
Rispetto al budget del 2010, invece, i fondi per l’eolico nel nuovo anno fiscale faranno registrare un incremento superiore ai cinquanta punti percentuali. L’incremento degli stanziamenti per le rinnovabili, e per i relativi progetti di ricerca, assume negli Stati Uniti ancor più rilevanza se si considera che queste risorse sono state messe sul piatto tagliando fondi e sussidi verso le fonti di energia convenzionali e l’industria del gas, del carbone e del petrolio.
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