Con il fotovoltaico l’energia elettrica prodotta viene consumata sul posto e garantisce, di conseguenza, la minimizzazione delle perdite dovute al trasporto su rete ed alle ampie variazioni di tensione. Questo è quanto, tra l’altro, ha messo in evidenza il Direttore Generale della Confederazione Italiana Agricoltori (Cia) Umbria, Catia Mariani, che ha in più posto l’accento sul fatto che nel settore agricolto il ruolo dell’energia fotovoltaica è e sarà molto importante anche per il contrasto e la lotta ai cambiamenti climatici.
Anche in zone temperate come le nostre, infatti, si assiste oramai sempre più spesso, secondo il Direttore della Confederazione Italiana Agricoltori Umbria, a fenomeni di natura tipicamente tropicali come le repentine variazioni di temperatura accompagnate da piogge eccessive. Con il fotovoltaico si possono invece contrastare questi cambiamenti climatici a fronte di una tecnica di produzione dell’energia che non produce scorie, non emette cattivi odori e non fa rumore; il tutto a fronte di impianti fotovoltaici che possono durare fino a ben 30 anni e che garantiscono a regime, e dopo il rientro dall’investimento iniziale, anche risparmi economici oltre che, sin dall’inizio, ambientali.
Il Direttore Mariani ha inoltre sottolineato come i costi di manutenzione di un impianto fotovoltaico siano più bassi rispetto a tutte le altre fonti energetiche; in più, gli impianti di taglia media e piccola non deturpano l’ambiente, non generano impatti negativi a livello visivo, e permettono di sfruttare aree del nostro territorio che sono improduttive, marginali ed a scarso impatto dal fronte paesaggistico.
Per questo la CIA Umbria ha apertamente chiesto al legislatore regionale norme migliori ed orientate alla semplificazione per quel che riguarda il fotovoltaico in agricoltura. Questo perché, tra l’altro, le imprese agricole in una Regione come l’Umbria hanno la tendenza a diversificare il proprio business, e quindi ad essere multifunzionali ma anche, come rimarcato dal Direttore Mariani, “sempre attenti custodi del territorio rurale“.