Food sharing, food exchange. Il web si dimostra sensibile anche alla questione dello spreco alimentare, grave, incredibilmente grave, ma spesso poco considerata. Vediamo come i cittadini attenti si organizzano su internet (e in special modo sui social network) per opporsi a questo fenomeno.
Il problema dello spreco alimentare è un problema noto da tempo la cui gravità è tuttavia spesso sottovalutata. Ultimamente grazie a diversi rapporti internazionali che, a seconda delle aree e del tipo di indagine, rilevano come si arrivi a sprecare dal 30 fino al 50% di cibo nel mondo, i riflettori sono tornati su questo problema. Spesso i cittadini più attenti hanno modo di organizzare iniziative estremamente interessanti sul web, che vale assolutamente la pena di esaminare. Nel mondo, anche in Italia, le associazioni e i privati che collaborano a progetti di food sharing sono sempre di più. Come funziona questa pratica? In modo semplice e intuitivo: a seconda della città privati e commercianti rendono disponibili le proprie eccedenze alimentari segnalando la data di scadenza dei prodotti. A questo punto associazioni di volontariato, ma anche altri soggetti, possono semplicemente andare a ritirarli.
Semplice? Sì. Utile? Senza dubbio. Nel mondo la pratica si diffonde sempre più sui social network e anche in Italia, seppur non al livello di altri paesi come la Germania, si cominciano a muovere i primi passi. Occorre inoltre considerare che parte di questi alimenti può anche essere raccolto per sfamare gli animali, naturalmente facendo attenzione ai cibi, affinché non siano dannosi per la loro salute. E la pratica del food sharing non è solo utile, solidale ed ecologica in senso strettamente funzionale: occorre anche ricordare che diffondere simili pratiche significa anche lanciare un messaggio. Diffondere una cultura contro lo spreco alimentare e lo spreco in genere: una cultura ecologica che non può che fare bene a tutti quanti.
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