Filtri antiparticolato su camion e mezzi del trasporto urbano, la ricetta del Ministro dell’Ambiente, l’Onorevole Stefania Prestigiacomo, per far fronte alla cappa di smog che avvolge gran parte d’Italia. Sarebbe questo, a detta del Ministro, l’unico modo per affrontare seriamente il problema dell’inquinamento atmosferico.
Intervenire sui filtri dei mezzi pesanti, però, ha un costo elevato e non ci sono fondi per finanziare gli incentivi necessari ad attuare il piano antismog. Lo spiega la stessa Prestigiacomo in un colloquio con il Corriere della Sera, ricordando che il Governo ha fatto il suo dovere, ora la palla passa alle competenze territoriali:
Noi la nostra parte l’abbiamo giocata. La competenza sull’inquinamento è di Regione e Comune. Abbiamo analizzato le cause dello smog e ci siamo resi conto che il settore trasporti è quello sul quale si potrebbe intervenire in maniera più efficace.
L’Ambiente, sottolinea la Prestigiacomo, ha provveduto a stanziare tutto il possibile nell’ambito di un fondo che doveva ammontare a 200 milioni di euro, ma era il Tesoro che doveva aggiungere il resto. Il Piano mai partito si avvia già verso il fallimento? Certo è che dalla Commissione Europea sta per arrivare una stangata da un miliardo e mezzo. Una multa a dir poco salata che il Ministro è ben consapevole si poteva scongiurare, dal momento che aggiunge:
Investendo un sesto in contributi per la sostituzione dei filtri ridurremmo il Pm10 e spenderemmo meno.
Critica Legambiente che ricorda come le città stiano soffocando nell’indifferenza/assenza del Governo: i sindaci da soli non potranno mai farcela, spiega l’associazione ambientalista. Il decreto del Ministero dell’Ambiente che conteneva le misure antismog dov’è finito, si chiedono gli ambientalisti? Decreto che prevede tra l’altro provvedimenti non trascurabili per combattere lo smog come
una stretta ai veicoli più inquinanti, multe per chi trasgredisce i divieti, agevolazioni per chi adotta misure di contenimento dei gas di scarico, e fondi per provvedimenti utili a purificare l’aria. Un provvedimento le cui risorse erano stimate in un milione di euro all’anno in tre anni – che il Ministero dell’Ambiente ha messo a punto, ben tre mesi fa, per affrontare la grave emergenza smog delle città italiane, soprattutto quelle dell’area padana, che avrebbe potuto mettere al riparo l’Italia dall’ennesima procedura d’infrazione da parte dell’Unione Europea.