Auguri a tutte le mamme del mondo, e alle future mamme, alle neomamme e a tutte le donne che amano e accudiscono i bambini! Nonostante l’allegra premessa oggi vogliamo parlare di come la festa della mamma, da occasione di incontro e di riunione con i cari e i familiari, sia diventata una festa commerciale e poco sostenibile. In particolare l’articolo di oggi vuole sensibilizzare sull’impatto che la commercializzazione dei fiori per i bouquet della festa della mamma ha sull’ambiente; fiori che nella maggior parte dei casi provengono da Paesi lontani: Colombia, Ecuador, Kenya e Paesi Bassi.
Il giro d’affari che ruota attorno alla seconda festa più importante, dopo San Valentino, negli USA come in Europa per il solo mercato dei fiori è di circa 40 miliardi di dollari. Un business che non sempre, anzi quasi mai, tiene conto dell’impatto ambientale e del rispetto dei moltissimi operatori del settore.
Secondo la tradizione la festa della mamma nasce in Inghilterra nel XVI secolo quando, un solo giorno all’anno, veniva concesso ai lavoratori di tornare a casa dalla loro madre chiesa. Qualche secolo dopo la festa del Mothering Sunday diviene occasione per i bambini che venivano allontanati dalle famiglie in cerca di lavoro nelle industrie o nelle case nobili, di tornare dai loro genitori, e dalla loro mamma. Per lei essi raccoglievano dei fiori selvatici lungo la strada di casa da offrire in dono. Oggi si sono mantenute queste tradizioni ma speculando sulla vendita dei fiori. Si legge sul Financial Times che le condizioni in cui lavorano, donne soprattutto, nell’intera filiera del settore in Colombia, come in Ecuador, sono tra le più gravi in assoluto: povertà degli stipendi, molestie sessuali, problemi di salute dovuti all’inquinamento da pesticidi. Questa per fortuna non è l’unica faccia della medaglia: vi sono anche esempi di industrie del fiore virtuose nel rispetto delle condizioni sociali e a basso impatto ambientale. Nel nostro piccolo possiamo contribuire a migliorare questo aspetto acquistando fiori locali o da commercio equosolidale, o preferendo altri regali al posto dei motivi floreali.
[Fonte: Ecorazzi]
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