Fertilizzanti e plastica minacciano gli oceani, mettendo a rischio la catena alimentare e la salute del Pianeta. Si tratta di due dei maggiori pericoli di cui l’umanità dovrà occuparsi, cercando di limitarne l’impatto e di scovare soluzioni valide per arginarne le conseguenze. E’ quanto emerge dall’ultimo rapporto dell’Agenzia ONU per l’Ambiente, UNEP Year Book 2011: Emerging Issues in our Global Environment, un’analisi che ha portato alla luce l’annoso problema dell’inquinamento da fosforo e da plastica negli oceani.
Il fosforo è usato nella produzione di fertilizzanti, utilizzati in misura massiccia per garantire una produzione agricola atta a soddisfare le esigenze nutrizionali di una popolazione mondiale in costante crescita. Negli ultimi 50 anni le concentrazioni di fosforo nelle acque sono cresciute di almeno il 75 per cento.
Le acque reflue ed altri contaminanti come l’azoto sono collegati al proliferare delle alghe che mina la qualità delle acque e rappresenta un problema per gli stock ittici e per il turismo costiero.
L’uso globale di fertilizzanti che contengono fosforo, azoto e potassio è aumentato del 600 per cento tra il 1950 e il 2000. La crescita demografica nei Paesi in via di sviluppo e l’aumento del consumo di latte e carne nella dieta della popolazione mondiale rischiano di aumentare ulteriormente l’uso di fertilizzanti.
Negli oceani è altresì drammatico l’impatto di miliardi di pezzi di plastica, grandi e piccoli, che minacciano la salute dell’ambiente marino e dell’uomo.
La plastica può assorbire una vasta gamma di sostanze chimiche tossiche legate al cancro con impatti sui processi riproduttivi degli esseri umani e della fauna selvatica.
Per gli esperti occorre agire operando una migliore gestione dei rifiuti che passi per modelli più efficienti di produzione e consumo e per il sostegno alla ricerca scientifica che si occupa di trovare soluzioni sostenibili in grado, oltre che di salvare l’ambiente e l’uomo, di alimentare la green economy.
[Fonte: UNEP 2011 Year Book]
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