I rifiuti provenienti dal materiale di scarto dei televisori potrebbero essere riciclati ed utilizzati in medicina, in base alle nuove ricerche effettuate dagli scienziati presso l’Università di York, Inghilterra. Il composto chimico alcool-polivinilico (PVA) è ampiamente utilizzato nel settore industriale ed è un elemento chiave per i televisori con display a cristalli liquidi (LCD). Quando questi prodotti vengono gettati, i pannelli LCD sono generalmente inceneriti o sotterrati nelle discariche.
I ricercatori hanno ora trovato il modo di recuperare il PVA dagli schermi televisivi e trasformarli in una sostanza adatta per la ricostruzione dei tessuti in alcune parti del corpo che così verrebbero rigenerate. Essi possono anche essere utilizzati in pillole e medicazioni, progettati per fornire farmaci per particolari parti del corpo.
Il professor James Clark, direttore del Centro di chimica ecologica di York e uno degli autori della ricerca, ha dichiarato:
Sono 2,5 miliardi gli schermi a cristalli liquidi che hanno già raggiunto la fine della loro vita. I televisori LCD si stanno rivelando estremamente popolari tra i consumatori, diventando così una grande quantità di potenziali rifiuti da gestire. È importante per noi trovare il modo di riciclare molti elementi degli LCD, in modo che non è semplicemente quello di ricorrere al sotterramento e alla combustione degli stessi.
I ricercatori hanno sviluppato una tecnica in cui il materiale recuperato viene scaldato nell’acqua in un forno a microonde e lavato nell’etanolo per produrre il “PVA espanso“. Una delle caratteristiche chiave di questo materiale è che esso non provoca una risposta da parte del sistema immunitario umano. Questo lo rende adatto per l’utilizzo nella biomedicina.
L’ultima ricerca è stata sviluppata in un progetto a lungo termine, finanziato dalla Technology Strategy Board, e ha preso in esame i problemi posti dai rifiuti LCD. Essa è stata effettuata da cinque docenti dell’Università di York, del Dipartimento di Chimica, sede della York Liquid Crystal Group, ed è stata pubblicata sulla rivista Green Chemistry.
Fonte: [Sciencedaily]