La stampa internazionale nell’ultima settimana è stata impegnata a diffondere notizie sul disastro ambientale in Ungheria, ma i 20 milioni di metri cubi di fanghi rossi, altrettanto tossici e inquinanti che si trovano sulla costa sud-ovest della Sardegna nella zona di Portevesme, non sono da meno.
Già prima della vicenda ungherese ci siamo preoccupati, come istituzione, dei problemi legati ai fanghi rossi legati alla produzione dell’azienda Eurallumina, investendo le autorità competenti, sottoscrivendo una convenzione tra il ministero dell’Ambiente e il Comune di Portoscuso per dare l’avvio ad indagini sullo stato geofisico del terreno, su quello di salute del bacino.
spiega Adriano Puddu, sindaco del comune di Portoscusu, in provincia di Carbonia-Iglesias, preoccupato per la salute dei cittadini e la sicurezza ambientale. I fanghi tossici, scarti di lavorazione della bauxite, sono al momento raccolti nel bacini di stoccaggio scavato dall’industria Eurallumina nel lontano 1975.
Il primo intervento del Nucleo operativo ecologico risale al 2009, quando l’industria aveva ormai chiuso, perché i fanghi rossi cominciavano a riversarsi lungo le strade, arrecando danno alle tubature. Si attende la decisione del ministero dell’Ambiente.
[Foto: fioraldo]
Senaida 1 Marzo 2017 il 2:19 am
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