Gli OGM – organismi geneticamente modificati – sono stati al centro di un incontro che si è tenuto nel Padiglione Slow Food a Expo 2015. L’approfondimento, aperto a tutti i visitatori dell’Esposizione Universale di Milano, è stato moderato da Cinzia Scaffidi, direttrice del Centro Studi Slow Food.
Protagonista dell’evento, il professor Marcello Buiatti, docente di genetica presso l’Università di Firenze nonché pioniere delle biotecnologie in Italia. Negli anni Ottanta del secolo scorso, infatti, il professor Buiatti fu uno dei primi in Italia a lavorare alla creazione di OGM.
Secondo il genetista “gli OGM sono una tecnologia meravigliosa, ma il punto è che la vita è sempre imprevedibile” in quanto collegato in maniera a volte non sempre prevedibili agli altri e all’ambiente. Ha spiegato il professor Buiatti: “Quando agiamo sul genoma di una pianta in realtà introduciamo molte variazioni contemporaneamente, alcune possono essere positive, ma altre magari no e non possiamo prevedere le conseguenze complessive”.
In pratica, stando a quanto affermato da Marcello Buiatti, due sono gli aspetti degli OGM da non dimenticare:
- non fanno male in sé: “Anche in Italia, gli animali d’allevamento già mangiano mais e soia transgenica importati dai Paesi dove la loro coltivazione è consentita è bene sottolineare che le carni, uova e latticini ricavati in questo modo sono assolutamente sicuri per l’uomo”;
- l’impatto degli OGM sull’ambiente, anche in considerazione del grande uso di erbicidi di cui hanno bisogno, con molti dei quali che “recentemente sono stati classificati come potenziali cancerogeni”.
Insomma, gli OGM sono utili o no? Poco utili, oltre che potenzialmente dannosi, dal momento che, per usare le parole del genetista: “in realtà è difficilissimo produrre un OGM che funzioni davvero”.
E a questo punto la conclusione di Cinzia Scaffidi è stata più che logica: “Forse le varietà davvero all’avanguardia sono quelle tradizionali, che stagione dopo stagione hanno il tempo di adattarsi ai cambiamenti, in primis quelli climatici”.
Antonella 22 Settembre 2015 il 9:41 pm
visiterò Expo in ottobre, devo dire che personalmente mi sono fatta tante domande su questo evento; in verità mi convince poco, vedo soprattutto una colossale azione commerciale che con i valori etici nutrizionali sanitari è poco convincente, il cibo ha bisogno di intimità, protezione, rispetto, in fondo io credo che sia bello andare in un paese lontano magari dall’altra parte del mondo e mangiare una loro specialità fresca che a Milano non sarà mai come sul posto per aria tempi di conservazione ecc..
Tuttavia credo sia bella questa idea Expo di scambiarci sapori, odori quini sensazioni provare qualcosa che altrimenti per molti me compresa non sarebbe possibile. Grazie Expo.