Ottime notizie arrivano dall’ultimo rapporto Eurostat sulla produzione di energia ed il suo utilizzo in Europa. Nell’ultimo anno di riferimento, il 2009, pare ci sia stato un importante incremento della produzione delle energie rinnovabili, e questo lo si sapeva già. Quello che però in pochi si aspettavano è un crollo verticale dell’utilizzo del carbone.
Sebbene nel complesso la produzione di energia rinnovabile sia aumentata dell’8,3% tra il 2008 e il 2009, per una quota complessiva del 18,4% della produzione energetica nella UE, il consumo di carbone, la seconda fonte finora più utilizzata dopo il nucleare, è diminuito di ben il 16,3%, circa il doppio rispetto all’aumento dell’energia pulita, venendo superato così dal petrolio, gas naturale e persino dalle rinnovabili stesse.
Parte di questo risultato è, naturalmente, causato dalla recessione, ma i problemi economici non spiegano la caduta così improvvisa. Un’altra statistica molto promettente riguarda l’intensità energetica (in altre parole, in che modo l’economia europea produce ogni unità di energia) spiegato chiaramente sul rapporto:
Per il sesto anno consecutivo, l’intensità energetica nell’UE a 27 (consumo interno lordo diviso per il prodotto interno lordo) è calata, mentre il PIL ha continuato una tendenza generale al rialzo rispetto allo stesso periodo. Condizioni meteorologiche eccezionalmente fredde possono rappresentare per anni la registrazione di un elevato consumo di energia.
L’intensità energetica è una misura di quanta energia viene utilizzata per produrre un’unità di produzione economica. La separazione della crescente attività economica dal consumo crescente di energia è un obiettivo di sviluppo sostenibile. Ci sono un sacco di variabili all’interno dell’Unione europea. Alcuni Paesi stanno facendo meglio di altri, come il Portogallo ad esempio, il quale ha ampliato la sua capacità di produzione di energia rinnovabile molto rapidamente, passando dal 17% al 45% in 5 anni, mentre la Germania sembra andare in due direzioni contemporaneamente, aggiungendo un importante investimento nell’energia solare ed eolica, affiancato soprattutto dall’allontanamento dal carbone, da cui al contrario la Polonia è ancora fortemente dipendente. L’Europa va a due velocità, ma entrambe mostrano un futuro più verde di quanto poteva sembrare fino a qualche anno fa.
Fonte: [Treehugger]
Sherry 1 Marzo 2017 il 2:51 am
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