Scoppia un nuovo caso legato all’eternit: in Toscana si parla di 225 km di tubature in amianto, gestite dalla società Publiacqua che servono più di un milione di cittadini. Tra i comuni maggiormente interessati abbiamo Scandicci, Pistoia e Sesto Fiorentino, ma si parla di un totale di ben 20 comuni. Ecco tutti i dettagli dello scandalo emerso dopo la denuncia di Perunaltracittà.
Dopo la pubblicazione del sito di Perunaltracittà della mappatura degli impianti e del report sull’eternit nelle tubature in Toscana, si scatena una nuova bufera legata all’amianto che coinvolge, questa volta, la società Publiacqua. Scrivono gli esponenti del laboratorio politico che ha fatto esplodere il caso:
Publiacqua fa pagare una delle bollette più care d’Italia ma ha le reti peggiori della Toscana e perde il 51% dell’acqua che emette in rete.
In aggiunta al fatto che le tubature contengono amianto. Il comune di Scandicci risulta quello in assoluto più interessato, con il 18 per cento di tubature in eternit, seguito dal capoluogo Pistoia (15%), da Sesto Fiorentino, comune vicinissimo a Firenze (12% di tubature in amianto), e poi Montevarchi e Agliana (10%) e Montale (5%). Come anticipato, la lista dei comuni interessati in percentuale minore è tuttavia più lunga, per un totale di circa 20 centri abitati. Prima di affrontare il problema dell’eventuale dannosità per la salute derivante dall’ingestione delle fibre di amianto, vediamo cosa ha risposto Publiacqua alla denuncia del laboratorio Perunaltracittà (la denuncia completa può essere reperita sulla rivista on line La città invisibile). La società parla di tubature risalenti agli anni 50, 60 e 70, e di
non aver mai utilizzato questo materiale e procedere alla sua sostituzione con tubazioni in ghisa ogni qual volta le preesistenti tubazioni in amianto-cemento non risultano più efficienti
e mette inoltre le mani avanti precisando che la sostituzione per intero delle tubature avrebbe un costo molto elevato, pari a circa 200 milioni di euro.
Inutile dire che la rivelazione ha messo in agitazione i cittadini, tutt’altro che lieti di scoprire che nelle tubature che conducono l’acqua pubblica si registri una presenza non trascurabile di amianto. Si riapre quindi il dibattito sulla dannosità correlata all’ingestione delle fibre: tutti sanno che tali fibre sono pericolosissime per la salute in caso di inalazione, ma è assai più dubbia la loro pericolosità in caso di ingerimento. Publiacqua ha infatti ricordato che
Per l’amianto-cemento l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) nelle sue “Guidelines for Drinking Water ha confermato di non ravvisare la necessità di stabilire valori guida di riferimento per le acque destinate al consumo umano, in quanto non esiste consistente evidenza che le eventuali fibre ingerite siano dannose per la salute.
Che le fibre si disperdano nell’acqua è invece a dir poco chiaro, tra l’erosione causata dall’acqua, le opere di manutenzione, le eventuali rotture di tubi, sembra piuttosto evidente che l’eternit delle tubature ceda parte delle fibre nell’acqua pubblica. L’esperto di medicina e ambiente Gian Luca Garetti ha partecipato al report di Perunaltracittà dichiarando che la contaminazione da amianto può avvenire anche “per ingestione”, e ora i cittadini chiedono a gran voce chiarezza e interventi. Si attendono prese di posizione da parte delle autorità locali e degli esponenti politici nel corso di questi giorni.
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