Se fino ad oggi tutte le conseguenze dei cambiamenti climatici sono state predette e valutate da studi scientifici e calcoli matematici, da oggi avremo uno strumento in più per calcolare quali effetti si stanno verificando sul nostro Pianeta a seguito del riscaldamento globale.
Questa possibilità la si deve all’Esa, l’Agenzia Spaziale Europea, che nella giornata di ieri ha spedito nello spazio un satellite, denominato Smos (Soil Moisture and Ocean Salinity) il quale, come dice il suo stesso nome, misurerà l’umidità del suolo e la salinità dell’acqua, due delle variabili più a rischio per il riscaldamento globale.
Il satellite, lanciato ieri a Plesetsk, nella Russia settentrionale, con un vettore Rockot, si sta “comportando” bene. Non ci sono intoppi fino a questo momento. Un’ora dopo il lancio infatti ha messo in funzione i pannelli solari che lo alimenteranno per tutto il tempo e, alle 19:45 di oggi, ora italiana, dispiegherà i suoi bracci su cui sono poste 69 antenne che gli serviranno per seguire il ciclo delle acque sulla Terra.
E’ un satellite molto importante per lo studio del clima. Il successo del lancio è una buona notizia non solo per l’Esa, ma per tutto il mondo.
Queste le parole di Jean-Jacques Dordain, direttore generale dell’Esa, che ha spiegato che la funzione del satellite non si limiterà a questo compito. Esso infatti è dotato di alcune nuove tecnologie che dovranno essere testate nello spazio, le quali dovrebbero consentirgli anche di calcolare le correnti oceaniche e prevedere con largo anticipo i disastri naturali come alluvioni o ondate di calore.
E’ una missione senza precedenti per capire che cosa sta succedendo e che cosa succederà al clima del nostro pianeta
ha aggiunto Stefano Bruzzi del centro Esa italiano. La missione di Smos è divisa in due parti: nei prossimi 6 mesi dovrà calibrare gli strumenti e verificarne il funzionamento, e dopo di allora diventerà pienamente operativo, tanto da inviare i primi risultati già durante la prossima primavera.
Fonte: [Ansa]
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