Eruzione dell’Etna, un giovane cinese di 17 anni è scomparso sul vulcano domenica scorsa, sul versante sud. Le ricerche sono tuttora in corso. La protezione civile avverte che permangono dei rischi per l’attività dell’Etna e che vige il divieto assoluto di superare determinate quote sul vulcano.
In seguito all’ultima eruzione dell’Etna un giovane cinese di soli 17 anni è scomparso domenica scorsa, mentre si trovava sul versante sud del vulcano. Dopo l’allarme lanciato dalla famiglia per il giovane che risiede a Catania, sono partite le ricerche del soccorso alpino, speleologico della guardia di finanza, ma per il momento non vi sono notizie del giovane.
L’eruzione dell’Etna ha causato non pochi danni e disagi per via della coltre di cenere depositatasi sui paesi limitrofi (Acireale compresa), e i responsabili della Protezione civile avvertono tutta la popolazione e i turisti che vige il divieto assoluto di accedere al vulcano oltre determinate quote, ovvero oltre i 2920 metri sul versante sud e oltre quota 2990 metri sul versante nord, vicino Punta Lucia. Dalla nottata del 16 marzo si registrano attività vulcaniche di energia tale da determinare l’avviso di elevata criticità da parte delle forze della Protezione civile. Ieri alle ore 18.40 nuove fontane di lava sono state registrate assieme all’emissione di colate laviche nella zona apicale del vulcano.
Le eruzioni vulcaniche del più alto versante d’Europa non sono solo uno spettacolo televisivo, ricorda a chiare lettere la protezione civile (e non solo). Le ceneri creano grandi disagi e aumentano drasticamente il rischio incidenti, il vulcano stesso diventa e deve essere rispettata come area off limits: l‘Etna non dorme mai, e capita fin troppo spesso di ascoltare al telegiornale resoconti di disgrazie dovute alla sottovalutazione dei pericoli connessi a un’eruzione. Mentre si spera per il ritrovamento del giovane scomparso, l’appello della Protezione civile è chiaro: fino al 4 aprile tutti devono mantenere la massima cautela.
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