L’eolico è pulito. Non si parla del suo aspetto non inquinante, sarebbe scontato, bensì degli illeciti compiuti nel settore, in questi ultimi anni balzato all’onor delle cronache per affari sporchi, corruzione, con ben sette inchieste rilevanti, condotte dal 2006 a oggi, che hanno interessato soprattutto Sardegna, Sicilia, Campania, Puglia e Calabria.
Ciononostante l’energia del vento resta una delle sfere di investimento con meno illeciti, soprattutto se paragonata al marcio esistente nell’affare dei rifiuti e nel cemento. A dirlo è Legambiente in un rapporto volto a ristabilire la verità sul vento e a
fare chiarezza dopo le polemiche che negli ultimi mesi hanno spesso accostato questa fonte energetica a inchieste della magistratura e a fenomeni illeciti.
Semmai, per l’associazione ambientalista, l’eolico altro non è che una vittima perché, malgrado sia di gran lunga il settore economico meno condizionato da fenomeni criminali e di illegalità, viene associato ad un’attività in mano alla mafia. Come ha sottolineato il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza
rappresentare l’eolico come un’attività in mano alla mafia significa dire il falso. Il vero problema è la mafia e i fenomeni di corruzione e non l’eolico, che anzi è vittima. Certo non si devono nascondere errori e sottacere speculazioni e va ribadito che l’assenza di regole ha portato a realizzare in alcune parti del Paese impianti mal progettati e poco integrati.
Nel rapporto Legambiente si assolve il vento in quanto
oggi non c’é pressoché traccia di energia eolica ‘illegale’ nella rete elettrica.
Il confronto è fatto tra le sette inchieste rilevanti nel settore eolico e gli illeciti compiuti nel settore del cemento e del ciclo dei rifiuti. Le cifre parlano chiaro:
nel periodo gennaio 2006-luglio 2010 sono state compiute in Italia 111 operazioni contro i trafficanti di rifiuti con 609 arresti e 360 aziende coinvolte. Sono invece 450mila le abitazioni illegali costruite negli ultimi 15 anni mentre in Italia il fenomeno delle cave coinvolge 18 mila siti che al sud sono spesso nelle mani delle mafie.
Insomma, se il marcio c’è in Italia non è certo concentrato nel settore eolico. Che anzi dà lavoro a 25.000 persone e fornisce elettricità pulita a 4 milioni di famiglie, con 5.200 MW installati distribuiti in 297 comuni consenzienti all’installazione.
Ad arginare inflitrazioni mafiose e illeciti ci penserà il Protocollo di legalità tra Confindustria e ministero dell’Interno, sottoscritto anche dall’Anev, l’Associazione nazionale dei produttori di energia eolica.
[Fonte: Ansa Ambiente&Energia]
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