Mentre in Italia i finanziamenti alle rinnovabili vengono ridotti e gli investimenti pubblici sono latitanti, in Francia, nonostante la grande dipendenza dal nucleare, l’attenzione verso le rinnovabili è molto forte, e lo dimostra il mega-investimento voluto in prima persona dal presidente Sarkozy nell’eolico. Il governo francese ha lanciato una gara d’appalto da ben 10 miliardi di euro per costruire circa 1.200 turbine eoliche in 5 diversi parchi eolici off-shore.
L’obiettivo è quello di diversificare la produzione di energia francese (attualmente il nucleare rappresenta quasi l’80% della produzione di energia elettrica) con fonti pulite, e di avere il 23% dell’energia in Francia proveniente da fonti rinnovabili entro il 2020. Ciò significa che o verrà ridotta l’incidenza del nucleare, o si chiuderanno tutte le centrali a gas o a combustibili fossili altamente inquinanti.
I parchi eolici si troveranno al largo della costa francese a Nord e Ovest e dovrebbero produrre circa il 3,5% del fabbisogno energetico del Paese secondo le autorità governative. La produzione dovrebbe entrare nella rete energetica tra il 2015 ed il 2020. Dopo il disastro nucleare di Fukushima, e con le elezioni presidenziali incombenti nel 2012, il presidente Sarkozy aveva bisogno di qualcosa che gli facesse guadagnare la stima dell’elettorato, e non c’è nulla di meglio, in questo periodo, delle energie rinnovabili. In definitiva non conta il fine per cui si facciano questi investimenti, l’importante è farli.
Il partito socialista francese è storicamente pro-nucleare, ma sta negoziando un’alleanza elettorale con il partito verde, l’Europe Ecologie, che ha fatto una campagna per uscire completamente dall’energia nucleare che ha riscosso un discreto successo. Le wind-farm non solo allevieranno così le preoccupazioni degli elettori, ma anche potranno contribuire a rilanciare la creazione di lavoro (almeno 10 mila posti), come avviene già in Germania, in cui l’economia sta galoppando anche grazie a questo. Le energie rinnovabili rappresentano attualmente il 12,4% della produzione energetica nazionale, ma con progetti a lungo termine come questo, la quota francese potrebbe presto innalzarsi.
[Fonte: Treehugger]