Sì al fotovoltaico in siti idonei ad ospitarlo, per quel che riguarda gli impianti a terra, ad esempio presso le cave dismesse, le discariche e tutte quelle aree “compromesse”, mentre andrebbe evitata l’installazione dei parchi fotovoltaici nelle aree agricole. E’ questa una delle linee guida per lo sviluppo delle fonti e delle energie rinnovabili contenuta in un documento che è stato approvato nei giorni scorsi dalla Provincia di Rovigo per la promozione dell’energia pulita a chilometri zero.
Le linee guida approvate dalla Giunta provinciale in una decina di pagine puntano quindi a fare ordine stabilendo principi e vincoli in modo tale che si possano avere le idee chiare su quali impianti possano essere autorizzati, e su quali invece sarebbe necessario andare a negare le autorizzazioni.
Con le linee guida, oltre a identificare le varie fonti da utilizzare per la produzione di energia pulita, vengono quindi descritte dalla Provincia di Rovigo sia le possibilità di sviluppo, sia la loro collocazione nonché il loro impatto sul territorio. Il tutto nell’attesa di un piano ragionale che fissi sia i principi, sia i paletti in base alla competenza prevista sulla concessione o sul rifiuto delle autorizzazioni sempre tendendo presente l’obiettivo dell’autosufficienza energetica e, quindi, della produzione di energia pulita a chilometri zero.
Per le biomasse, le linee guida dalle Provincia di Rovigo indicano come gli impianti debbano essere realizzati a fronte dell’approvvigionamento garantito dall’azienda stessa; in questo modo si potrebbe permettere un’immissione nulla di anidride carbonica in atmosfera con un rimpiazzo delle biomasse bruciate in eguale misura. Sull’eolico invece le linee guida “promuovono” la realizzazione di impianti integrati ed a basso impatto tenendo conto di una velocità del vento giudicata molto modesta, mentre per la geotermia sarebbe necessaria per il momento l’istituzione di un registro delle concessioni tenendo conto del fatto che sul territorio mancano situazioni favorevoli.
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