Puoi trovarti nel Paese più ricco del mondo o in quello più povero, ma ci sono delle cose che non cambiano mai. Tra queste c’è che prima o poi tutti abbiamo dei bisogni corporali, e allora perché non sfruttarli a dovere? Un gruppo di giovani ragazze ha cercato di fare qualcosa per arginare il problema dell’arretratezza del proprio villaggio, ma vista la mancanza di risorse ha così inventato uno strumento in grado di produrre elettricità direttamente dall’urina.
Si chiamano Duro-Aina Adebola (14 anni), Akindele Abiola (14), Faleke Oluwatoyin (14) e Bello Eniola (15) ed hanno presentato al Maker Faire Africa di Lagos il loro generatore elettrico che contiene una tecnologia di ultima generazione, ma che sfrutta il più antico dei carburanti. Il macchinario è composto da una cella elettrolitica che separa l’idrogeno dalla pipì, lo fa entrare in un filtro per la purificazione dell’acqua, e finisce in un cilindro a gas. Questo gas poi spinge l’idrogeno in un altro cilindro che contiene borace, un liquido contenente dei cristalli che rimuove l’umidità, lo purifica e lo spinge in un generatore elettrico. La conseguenza è energia elettrica.
Sì ma quanta energia potremo mai generare, vi chiederete voi. Secondo i calcoli delle ragazze con un litro di urina, meno di quanta ne produce una persona sana in un giorno, si ottengono ben 6 ore di elettricità, sufficienti ad esempio per l’illuminazione domestica durante le ore serali. In questo modo non solo si risolve il problema dell’energia nei luoghi non raggiunti dalla rete elettrica, permettendo ad esempio agli adolescenti di studiare o agli adulti di lavorare o guardare la televisione, ma si risolve anche il problema delle fognature, spesso assenti, dato che almeno in parte le secrezioni umane possono venire riciclate. Al momento le ragazze “inventrici” sono alla ricerca di finanziatori, noi speriamo che li trovino perché un’idea del genere farà certamente bene alla comunità africana, ma potrebbe essere utile anche per noi Occidentali.
[Fonte e foto: Treehugger]