Conosciamo tutti da tempo gli obiettivi vincolanti dell’Unione Europea, il famoso 20-20-20, che prevedeva entro il 2020 la riduzione del 20% delle emissioni e la copertura del fabbisogno energetico nazionale di ogni singolo Stato per il 20% da rinnovabili. Dato che questo obiettivo è stato raggiunto un po’ ovunque, e sicuramente per il 2020 sarà pure superato, è arrivato il momento di effettuare un passo ulteriore verso il futuro, e stabilire gli obiettivi per il 2030.
Lo ha annunciato la Commissione Europea guidata da Guenther Oettinger, il quale ha deciso di avviare una serie di consultazioni che partiranno nei prossimi giorni e dureranno fino all’autunno, quando verranno annunciati i nuovi obiettivi a lungo termine. Si tratterà, esattamente come per il 20-20-20, di obiettivi vincolanti, ovvero dei traguardi che tutti i Paesi dovranno seguire obbligatoriamente.
Non c’è settore come quello energetico dove per investire c’è bisogno di un piano. Il 2020 era ieri, mentre il 2030 è domani. [Bisogna] portare chiarezza nel settore. Dobbiamo essere realisti e pragmatici, ma avere comunque obiettivi ambiziosi
ha spiegato Oettinger nell’annunciare l’avvio dei colloqui, ben consapevole che l’Europa ha il compito di guidare il cambiamento verso una riconversione più pulita che possa trascinare le recalcitranti economie americane e asiatiche. Chi sperava che il commissario facesse delle cifre però, sarà rimasto deluso. L’importante, ha spiegato, è che in questa fase tutti partecipino e siano d’accordo. Sulle cifre poi ci sarà tempo per discuterne.
Attualmente l’Europa nel suo complesso ha già raggiunto una quota di fabbisogno coperto dalle rinnovabili del 12,7%, ma questo solo a causa delle mancanze dei Paesi dell’Est dato che l’Italia ad esempio ha già raggiunto il 17% e altri Paesi come Germania e Gran Bretagna sono già vicini o hanno superato il 20%. Secondo Connie Hedegaard, commissario all’ambiente, oltre che per un problema di cambiamento climatico, questi accordi sono importanti anche dal punto di vista economico dato che
quei Paesi che in questi anni si sono impegnati più di altri nel raggiungimento degli obiettivi su taglio delle emissioni, efficienza energetica e rinnovabili, hanno avuto ”benefici economici” nonostante la crisi.
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