Ormai le riserve di petrolio e gas facilmente raggiungibili sono quasi esaurite, e allora bisogna trovare nuovi lidi da cui ricavarle. Tra questi ce n’è uno pressoché incontaminato, ma lo sarà ancora per poco: la Groenlandia. Purtroppo in questo periodo di sfruttamento di ogni minima risorsa, gli occhi bramosi dei Paesi europei si sono puntati verso uno degli ecosistemi più fragili del mondo.
Il vice-presidente della Commissione Europea Antonio Tajani ha avviato una specie di campagna per lo sfruttamento del petrolio e del gas in quelle terre, denominata “diplomazia delle materie prime”. Secondo i dati satellitari il 97% della superficie della calotta glaciale della Groenlandia potrebbe sciogliersi nei prossimi anni, lasciando allo scoperto un vero e proprio tesoro fatto di combustibili fossili. Un tesoro che potrebbe essere sfruttato per decenni.
Si è immediatamente scatenata una sorta di corsa all’oro che però ha suscitato molti dubbi per i danni ambientali, trattandosi di uno dei posti più incontaminati del mondo. Per questo il Primo Ministro del Paese sta tentando in tutti i modi di respingere gli attacchi per lo sfruttamento delle sue risorse, ma sarà difficile resistere quando questo attacco si arricchirà sempre di più di nuovi nemici, rappresentati dalle diplomazie di mezzo mondo.
A questo poi si aggiungono i problemi sociali della Groenlandia, con una popolazione povera che vede nello sfruttamento delle risorse l’unica ancora di salvezza, dato che l’unica fonte di reddito della nazione al momento è la pesca. Attualmente solo una società è stata autorizzata a sfruttare un giacimento di un’altra delle ricchezze del Paese, l’oro. Ma oggi ci sono già 5 richieste per altrettante miniere, ed altri 120 siti sono in fase di studio. Le terre della Groenlandia sono molto ricche di altri minerali, pietre preziose e ferro, semplicemente perché mai sfruttati dagli esseri umani. Ma questa incontaminazione è destinata a finire.
Ovviamente delle conseguenze ambientali sembra non interessarsi nessuno. Cina e Stati Uniti stanno cercando da anni di ottenere i permessi per trivellare lungo le coste del Paese ghiacciato, e per questo motivo le popolazioni chiedono di accettare il male minore, e cioè sfruttare le miniere come fonte di reddito, visto che le trivellazioni petrolifere sono letteralmente devantanti per l’ecosistema. Gli attivisti di Greenpeace da anni tentano di contrastare la politica distruttiva delle compagnie petrolifere che tentano di mettere le mani sulla Groenlandia, e probabilmente non resisteranno ancora molto.
[Fonte: The Guardian]
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