L’energia eolica è un settore in rapida crescita nel mercato energetico globale. Si tratta di un’energia rinnovabile che può essere prodotta su scala industriale e che pertanto è in grado di competere con le fonti di energia più sfruttate ed accreditate come il carbone, il gas, il petrolio, l’energia idroelettrica ed il nucleare. Oggi essa rappresenta solo il due per cento del mercato energetico globale, ma stime ufficiali del governo Usa si aspettano che il vento produrrà un quinto della fornitura totale di energia elettrica negli Stati Uniti entro il 2030.
I fautori del vento sostengono che l’energia eolica sia in grado di ridurre la minaccia del riscaldamento globale. Tuttavia, un recente studio del Massachusetts Institute of Technology (MIT) ha scoperto che è vero anche il contrario. La costruzione di massa di grandi parchi eolici può effettivamente influenzare il clima in modo negativo.
L’analisi è stata condotta da Ron Prinn e da Wang Chien. Utilizzando un modello climatico, essi hanno analizzato gli effetti del massiccio dispiegamento di turbine eoliche necessarie per soddisfare gli ambiziosi obiettivi nazionali. Milioni di turbine su vaste aree di terra e di mare sarebbero di per sé negative sul clima.
Sulla terra, le temperature intorno ai parchi eolici aumenterebbero di un grado Celsius a causa dell’attrito prodotto con l’aria, simile a quello di alberi e colline. I parchi eolici riducono la velocità del vento sul lato sottovento delle turbine. Questo a sua volta riduce la forza del movimento verticale turbolento, che è il calore trasferito dalla superficie terrestre nella bassa atmosfera. Si riduce anche il flusso di aria dalle zone di alta pressione alle zone di bassa pressione, colpendo luoghi lontani dalle turbine eoliche. Un processo simile alle temperature su una spiaggia ventosa: quando il vento cala, la spiaggia diventa molto più calda.
D’altra parte, sopra l’acqua, le turbine possono abbassare la temperatura di più di un grado Celsius. Tuttavia, secondo Prinn e Wang, questi risultati non sono tanto affidabili perché hanno usato onde artificiali per la produzione di attrito di superficie nei loro modelli. Essi ammettono che c’è bisogno di simulare impianti eolici marini più simili alla realtà per produrre conclusioni più attendibili.
I modelli di enormi parchi eolici possono anche incidere sulle precipitazioni, soprattutto nelle medie latitudini dell’emisfero settentrionale. Gli studiosi invitano dunque alla cautela sui maxi-investimenti nell’energia eolica. Ma sorge spontaneo chiedersi chi ha finanziato questo studio e se, anche fosse corretto, potrebbe l’energia eolica fare davvero più danni di petrolio e carbone?
[Fonte: Enn.com]
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