Spesso si parla del fenomeno delle emissioni inquinanti come di un fatto astratto. Questi gas che vengono espulsi dalle attività industriali o dagli scarichi delle nostre auto il più delle volte sono invisibili, o al massimo si possono notare come un fumo nero, ma non destano molte preoccupazioni perché i loro effetti, a prima vista, non sembrano così devastanti. Secondo uno studio effettuato dai ricercatori del MIT però, questi sono molto più concreti di quanto non possano apparire, e si possono quantificare in migliaia di vittime.
Questo specifico studio, pubblicato sull’ACS journal Environmental Science & Technology, si è concentrato sulla Gran Bretagna, un’area facile da studiare perché essendo un’isola può agevolmente distinguere l’effetto del particolato autoprodotto da quello “importato” dall’estero. E i dati sono sconcertanti: ogni anno nel Paese perdono la vita circa 13 mila persone a causa dell’inquinamento, di cui quasi la metà, circa seimila, per colpa di emissioni extra-europee.
L’inquinamento domestico è perlopiù attribuibile ai gas di scarico delle automobili che portano a 7.500 decessi l’anno, le centrali energetiche a carbone o con altri combustibili fossili sono responsabili di 2.500 morti e le emissioni industriali un po’ meno di mille. E siccome molto spesso i decisori politici questo genere di problemi non lo capisce, ma riesce a comprendere soltanto quando si tratta di soldi, ecco che è stato quantificato il danno all’erario, il quale supera i 100 miliardi di euro l’anno, fino al 3,5% del PIL.
Come risulta evidente, il grande responsabile è il trasporto su strada, ed in particolare il PM2,5 emesso. L’impatto calcolato del solfato emesso dagli automezzi ha un rapporto di 1 a 10 con l’industria (cioè un grammo di PM2,5 emesso da un’automobile fa tanti danni quanti ne fanno 10 grammi di emissioni di una fabbrica), e di 1 a 62 se paragonato alla produzione energetica. Diventa evidente quindi che basterebbe ridurre i trasporti su strada, magari preferendo le linee ferroviare sui lunghi tratti e le biciclette su quelli corti, per risparmiare miliardi di euro e migliaia di vite umane. Senza contare gli effetti globali sui cambiamenti climatici.
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Phyllisheelo 12 Febbraio 2017 il 1:25 pm
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