Sono gli allarmanti risultati di un recente studio condotto dagli scienziati del NOOA (National Oceanic and Atmospheric Administration) e dai ricercatori della University of Colorado e pubblicato dalla rivista Geophysical Research Letters.
In realtà, le enormi imbarcazioni adibite al trasporto delle merci da una parte all’altra del mondo, inquinano eccome.
Uno degli autori principali del rapporto, Daniel Lack, ha sottolineato le responsabilità dei porti nella compilazione della quantità di emissioni delle navi:
I rimorchiatori sono una grande fonte di carbonio che potrebbe essere segnalata poco o non segnalata affatto negli inventari delle emissioni compilati dai porti.
Pescherecchi, petroliere, rimorchiatori, traghetti producono 130.000 tonnellate metriche di fuliggine ogni anno, l’1,7% della produzione globale.
Un esempio tra tutti: controllate negli scaffali dei supermercati e cercate l’aglio cinese.
La domanda logica da porsi è: abbiamo davvero bisogno di aglio cinese? Vada per i prodotti tipici degli altri Paesi, ma importare quello che già abbiamo è davvero l’ennesimo aiuto gratuito all’aumento delle emissioni nei porti e dell’inquinamento.
Perchè l’inquinamento è solo una questione di economia e finchè l’economia non cambia, potremmo solo stare a guardare gli ennesimi studi che misurano la quantità di emissioni e di stupidità dell’uomo e ancora di più dei suoi governi.
enone 15 Luglio 2008 il 12:49 am
Viva I Ristoranti Km Zero!!