Guardando le emissioni di carbonio di un Paese non si riesce raccontare la storia completa di quanto esso contribuisce al riscaldamento globale. La Cina, per esempio, leader mondiale delle emissioni totali (6.018 milioni di tonnellate di anidride carbonica) ha superato gli Stati Uniti (5.903) nel 2007. Ma tutto ciò che i freddi dati in realtà dicono è che la Cina è un Paese in rapido sviluppo, con un sacco di gente.
Una misura più utile per capire l’effettivo apporto di ogni Paese è il dato sulle emissioni di anidride carbonica pro capite. Ai sensi di tale misura, l’americano medio è responsabile per 19,8 tonnellate a persona, i cinesi solo 4,6, addirittura meno degli italiani, che ne emettono 8,05.
L’esame della CO2 pro capite in tutto il mondo ci mostra anche il divario tra la responsabilità del mondo sviluppato per i cambiamenti climatici e quella dei Paesi in via di sviluppo. Mentre l’Australia emette addirittura 20,6 tonnellate a persona (in parte a causa della sua dipendenza dal carbone) e il Regno Unito solo 9,7 (in parte spiegato dalle centrali a gas), l’India, indicata come una delle nazioni più inquinanti, produce soltanto 1,2 tonnellate a testa. E sapete qual è il Paese più inquinante? Che ci crediate o meno, sono le Isole Vergini, che producono 118,3 tonnellate di CO2 a persona, 5 volte quelle degli Stati Uniti.
Per renderci conto di quanto ogni singola nazione emette, il Guardian ha stilato una tabella in cui sono segnate tutte le emissioni, Stato per Stato. Una fotografia impietosa da cui emerge la solita arretratezza dell’Italia. Non saremo il Paese più inquinante al mondo, ma siamo uno di quelli che più contribuiscono ad affossare una situazione già critica di suo.
Tra i cosiddetti “Paesi industrializzati”, negli ultimi anni c’è stata una specie di gara a chi inquinava meno. Una gara finora vinta dalla Danimarca, che nel periodo 1996-2006 ha abbattuto del 19% le sue emissioni, portandosi praticamente sin da oggi in pari con gli obiettivi europei. Molto bene anche Svezia (-15%), Germania (-4%) e Regno Unito (-1%), mentre ottimi segnali arrivano dai Paesi emergenti, i nuovi arrivati nell’Unione Europea, tacciati spesso di essere molto inquinanti. Ed invece vanno contro queste accuse secondo i dati del Guardian. In Romania, ad esempio, nell’ultimo decennio di rilevazione, le tonnellate emesse di CO2 sono state ridotte del 22%; in Polonia e Repubblica Ceca del 13%, in Ucraina del 10%.
E l’Italia? Il segno meno da noi non è nemmeno in discussione. L’incremento è uno dei maggiori nel mondo Occidentale, +10%, anche maggiore rispetto agli Stati Uniti (+7%). Ancora ci tratteniamo, visto che siamo ben lontani dal 40 o 50% dei Paesi del terzo mondo, o al +105% della Cina, ma se vogliamo almeno avvicinarci agli obiettivi europei, il segno + dalla differenza di emissioni dovrà sparire.