Le emissioni di CO2 da parte dell’Unione Europea sono diminuite di oltre il 2% nel 2011. Il dato si riferisce a tutti gli impianti dell’unione implicati nel mercato delle quote di CO2, il cosiddetto “ETS” (Emissions Trading System) varato nel 2005, di cui fanno parte centrali elettriche e impianti industriali di vario genere, raffinerie e cementifici come acciaierie e cartiere. L’ETS è il primo sistema internazionale che fissa una soglia massima al totale di emissioni, permettendo tuttavia la compravendita di quote da parte dei paesi aderenti, entro il tetto massimo prefissato.
A riportare l’annuncio della riduzione è stata Connie Hedegaard, commissario europeo per il clima. Il dato risulta di particolare interesse in quanto si collega alla contemporanea, seppur lieve, riprese economica registratasi nello scorso anno, sottolineando come il calo nelle emissioni di biossido di carbonio può effettivamente collegarsi alla crescita economica dell’Unione Europea. Lo ha fatto notare la stessa Hedegaard:
Questo dimostra che crescita e riduzione delle emissioni di CO2 sono due cose che possono andare di pari passo.
La Commissione Europea ha affermato che le emissioni di gas serra, prodotte da oltre dodicimila centrali e insediamenti industriali in Europa, sono scese a 1889 miliardi di tonnellate, cifra corrispondente a un calo del 2% rispetto ai dati registrati nel 2010. A questa buona notizia si accompagna però un dato problematico: le quote inutilizzate di CO2 nel mercato delle emissioni sono aumentate nel 2011, raggiungendo 450 milioni di tonnellate. Hedegaard ha affermato in proposito che la commissione UE riesaminerà le scadenze delle aste della terza fase del mercato Ets, in modo da ridurre il numero di quote messo a disposizione e quindi anche il numero di tonnellate inutilizzate che si registreranno nell’immediato futuro.
Una riduzione delle emissioni di CO2, lascia intendere il commissario europeo per il clima, non solo non blocca la ripresa economica, ma è in grado di accompagnarla proficuamente.
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