L’International Maritime Organization è riuscita nell’intento di trovare un accordo, ben accetto da tutti i Paesi aderenti, sul regolamento delle immissioni nell’atmosfera di agenti inquinanti provenienti dalle navi da carico addette allo spostamento a fini commerciali delle merci, da un continente all’altro.
Giovedì scorso è stato infatti approvato un provvedimento che prevede più rigidi controlli sull’inquinamento atmosferico derivante dalle circa 300.000 grandi navi che solcano costantemente gli oceani.
Le emissioni prodotte dalle navi a vapore nei porti, dallo scalo di Rotterdam a Shanghai fino a Long Beach, sono infatti responsabili, ogni anno, di circa 60.000 morti premature in tutto il mondo.
Le nuove norme, che differiscono di poco dalle proposte che l’associazione internazionale aveva approvato nel mese di aprile, dovrebbero contribuire a ridurre le emissioni di zolfo derivanti dall’uso di combustibili sulle navi del 63% a partire da luglio del 2010, e di oltre il 95% dal gennaio 2015.
Ovviamente la riduzione è prevista in aree i cui confini saranno stabiliti dai singoli Paesi, in prevalenza lungo le coste, dove causano i maggiori danni.
Le navi che solcano gli oceani sono in gran parte azionate da motori a carbon fossile che sono meno costosi e forniscono più energia per gallone rispetto ai prodotti distillati utilizzati in altri motori diesel o a benzina, ma che hanno una forza inquinante ed ecologicamente distruttiva che non ha paragoini con il resto dei combustibili.
Le emissioni di zolfo che producono sono una fonte importante di polveri sottili nell’atmosfera, associate da tempo a malattie cardiovascolari e polmonari.
In alcuni porti in Europa e negli Stati Uniti, gruppi di ambientalisti, hanno spesso sollecitato gli enti governativi affinchè obbligassero le navi a spegnere i motori e a collegarsi alla rete elettrica locale per mantenere il funzionamento della nave, mentre entrava e sostava nel porto e mentre effettuava delle manovre.
Dopo l’approvazione di questo accordo, definito da molti associazioni ambientaliste una svolta più che positiva, ora spetta ai singoli Paesi fissare i confini della cosiddetta zone di controllo delle emissioni in cui verranno applicate le nuove severe norme.