Emissioni di CO2 -40% entro il 2030 in UE (rispetto al 1990), inizia lo scontro sui nuovi obiettivi europei: sarà battaglia tra i vari paesi dell’UE ma anche all’interno degli stessi. L’Italia vuole i tagli ma già arrivano le proteste di Confindustria, che attacca il Governo e vuole una linea più morbida.
L’Italia insieme a Germania, Francia e Gran Bretagna, per citare le maggiori potenze, vuole come obiettivo UE una riduzione di almeno il 40% delle emissioni di CO2 entro il 2020, rispetto all’anno 1990. Ma non mancano i primi punti di attrito. La stessa Gran Bretagna, per esempio, sottoscrive l’impegno per la riduzione delle emissioni del 40% ma non vuole altri parametri vincolanti, in particolare ha già chiaramente affermato di essere contraria a un parallelo obiettivo sulle rinnovabili, mentre Italia, Austria, Germania, Belgio, Danimarca, Portogallo sono favorevoli a un nuovo target del settore ma senza vincoli troppo stretti.
Intanto si parla anche dell’obiettivo di aumentare del 40% l’efficienza energetica, punto sempre trascurato dai Governi come dai media. L’efficienza energetica è il tallone d’Achille della maggior parte degli stati europei rispetto agli obiettivi 20-20-20 del 2020, difatti si è ancora lontani anche solo dal 20% di aumento ipotizzato per tale data.
Si preannuncia una battaglia internazionale e nazionale, all’interno degli stessi stati. In Italia a esemplificare alla perfezione l’opposizione alla decisione di nuovi, importanti obiettivi green ci pensa Confindustria. Squinzi non si è fatto attendere e ha subito rilasciato una serie di dichiarazioni dure, con tanto di tetre profezie in merito al possibile effetto “catastrofico” di tali misure per la competitività del manufatturiero in Italia.
traguardi stabiliti devono essere realistici e raggiungibili al minore costo per le imprese, in modo da salvaguardarne la competitività ed evitare impatti negativi sull’economia e su tutta la società.
Afferma Squinzi, che si allarga e dichiara che la posizione favorevole a una tale riduzione delle emissioni di CO2 non può essere quella del Governo Italiano. Sul fronte politico, nonostante le dichiarazioni favorevoli italiane, non manca chi dà man forte a Squinzi: il Nuovo Centrodestra di Alfano non ha tardato, infatti, a sostenere la posizione di Confindustria.
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