Tanto hanno fatto le compagnie aeree mondiali che alla fine l’Unione Europea ha dovuto cedere ed ha, almeno temporaneamente, sospeso l’entrata in vigore della legge sulla riduzione delle emissioni degli aerei. In breve, la legge europea stabiliva che ogni compagnia aerea pagasse una tariffa fissa a passeggero per finanziare progetti che andassero a contrastare la CO2 emessa per ogni viaggio. Chi non si fosse adeguato avrebbe pagato multe molto salate, ma almeno per adesso sembra proprio che quest’ultimo punto non venga messo in atto.
L’International Civil Aviation Organisation (ICAO) ha deciso nei giorni scorsi di sospendere questa normativa, con l’obiettivo di riesaminare la questione in seguito alle proteste di diverse compagnie, in particolar modo cinesi e americane, che si erano opposte a questo balzello. Ricordiamo che si trattava di pochi spiccioli, un ricarico di circa 3-5 euro a passeggero che si poteva inserire all’interno del prezzo del volo, ma che non è stato autorizzato dalle compagnie che dovevano soltanto pagare e non ricevevano benefici perché extraeuropee.
Per una volta una organizzazione di livello europeo aveva trovato l’approvazione delle associazioni ambientaliste, ma ora siamo daccapo al punto di partenza, con l’accusa di “annacquamento” delle norme. Oltre al danno si è registrata anche la beffa. Nella stessa riunione si era deciso di sospendere questa tassa con la promessa che le varie compagnie si sarebbero impegnate a trovare il modo di abbattere le emissioni del loro comparto. Peccato che non abbiano detto come, e questa suona tanto come una presa in giro.
L’unica speranza la concede Connie Hedegaard, commissario europeo al clima, la quale ha affermato che la decisione di inserire la tassa serviva proprio a compensare l’inattività dell’ICAO. Ora che l’organizzazione si è in un certo senso “svegliata”, cercherà di adottare una strategia a livello mondiale che non faccia sentire sfavoriti coloro che devono soltanto pagare senza trarne benefici. Speriamo solo che non si parli di tempi bibilici.
[Fonte: The Guardian]
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