Come abbiamo illustrato tempo fa, dall’inizio di quest’anno qualsiasi aereo che percorra i cieli europei dovrà pagare una tassa. Si tratta di una sorta di eco-tassa che è commisurata in base alle emissioni che quell’aereo produce e che rimangono sopra le nostre teste. Le compagnie aeree europee, mugugnando, hanno accettato; quelle americane hanno prima protestato, ma poi hanno dovuto sottostare. Quelle cinesi no.
Il Governo del Paese asiatico ha infatti vietato categoricamente alle proprie compagnie aeree di aderire alla tassa sull’inquinamento europea. Secondo i cinesi infatti questo sovraprezzo, che va a pesare sul costo del biglietto per i passeggeri, è un ostacolo commerciale scorretto, e pertanto non accetta di dover sottostare a quest’imposizione. Ma lo sarebbe se fossero soltanto gli aerei cinesi a doverlo pagare. Invece questa tassa sulle emissioni la pagano tutte le compagnie, e la battaglia cinese è solo di principio.
Dunque cosa avviene ora? Gli scenari sono diversi. Il primo, e più immediato, sarà che se le compagni aeree cinesi non pagheranno questa tassa, ogni volta che un loro aereo sbarcherà sul suolo di qualsiasi aeroporto europeo si troveranno a pagare una multa ancora più salata della tassa, che non potrà nemmeno essere girata ai propri passeggeri, ma dovrà essere pagata dalla compagnia direttamente. Il secondo scenario prevede che il Governo cinese, che la prossima settimana incontrerà alcuni leader europei, alla fine protesti ma aderisca. Ma c’è anche la possibilità che le difficoltà economiche europee possano concedere alla Cina una sorta di “proroga”, in cambio di prestiti. Infine c’è anche la possibilità che agli aerei cinesi venga negata l’autorizzazione all’atterraggio in Europa, ma questo sembra di più un provvedimento eccessivo e sicuramente non è gradito da nessuno.
Le compagnie cinesi non possono decidere autonomamente di pagare questa tassa perché in Cina tutto è sotto il controllo del Governo che decide persino le tariffe. Ogni compagnia infatti ha una tariffa fissa da rispettare e senza l’autorizzazione “dall’alto” non può modificarla, dunque figuriamoci pagare una tassa ad una potenza straniera.
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Carolus 6 Febbraio 2012 il 3:41 pm
La Cina ha trovato una degna alleata.
Come La Germania decide, la Cina decide e i pecoroni, l’Europa, chinano la testa.