L’ultimo rapporto della Fao punta il dito sulla prevenzione degli incendi che, sempre più frequenti nel nostro Paese e nel resto del mondo con l’arrivo dell’estate, rischiano di peggiorare ulteriormente l’emergenza climatica e accrescere il riscaldamento globale. Nella quinta Conferenza Internazionale sugli Incendi Boschivi che si è tenuta a Sun City, in Sudafrica, la Fao ha chiesto ai Paesi
di adottare strategie più integrate per la gestione degli incendi boschivi e di migliorare il monitoraggio delle emissioni di gas serra da essi provocati, in quanto contribuiscono al riscaldamento globale.
L’analisi condotta dalla Fao ha preso in esame gli ultimi grossi incendi che si sono verificati negli ultimi anni in Australia, Brasile, Indonesia, ma anche Grecia, Usa, Russia e Israele. Solo nel mese di febbraio 2009 gli incendi hanno causato la morte di 173 persone in Australia e di 62 in Russia, senza dimenticare la devastazione di oltre 2,3 milioni di ettari di foreste.
Negli incendi presi in esame dall’ultimo rapporto della Fao è stata la siccità a causare gli incendi e la perdita di milioni di ettari di foreste, incendi che per la maggior parte dei casi sono stati alimentati dal vento. Nei casi di Australia e Florida la Fao ha dimostrato che l’adozione preventiva di un programma di controllo per le aree più soggette agli incendi estivi, ha ridotto fortemente il rischio di potenziali incendi; così come la strategia di prevenzione messa in atto dagli altri Paesi a rischio incendi ha limitato i danni al patrimonio boschivo. La Fao propone un censimento delle aree a rischio, con un costante monitoraggio, e anche un controllo delle emissioni di gas serra provocati dagli incendi, che potrebbero aumentare il riscaldamento globale e i danni ad esso connessi.
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