Ieri sera, o per meglio dire questa notte ora italiana, negli Stati Uniti si è tenuto l’ultimo dibattito per le presidenziali USA tra Mitt Romney e Barack Obama. Si è parlato come sempre di un po’ di tutto, e tra i vari argomenti è stato preso anche uno che ci sta particolarmente a cuore, l’approvigionamento energetico. Nonostante, da questo punto di vista, il presidente uscente sia particolarmente avvantaggiato tra l’opinione pubblica, finora l’argomento era stato tenuto fuori dai precedenti dibattiti. Ora però è stato rimesso in campo, e se ne sono viste delle belle. O forse sarebbe meglio dire delle brutte.
Bisogna ammettere che dietro l’introduzione di queste domande c’era la pressione dei gruppi ambientalisti che volevano entrare nel dibattito, ed infatti si sono concentrate molto sul futuro delle rinnovabili e sui finanziamenti alle industrie energetiche sporche. Purtroppo però i sostenitori di Obama sono rimasti delusi. Anche se, a differenza del suo avversario, il Presidente afferma di voler sostenere le rinnovabili, ieri sera ha ammesso che sosterrà anche le aziende americane che si occupano di combustibili fossili. Probabilmente l’ha fatto per non lasciare completamente i voti del settore a Romney, ma di certo non è quello che gli ambientalisti volevano sentire.
Ciò è accaduto perché Romney affermava che Obama volesse tagliare i sussidi e le concessioni alle aziende trivellatrici americane. Di fronte allo spauracchio della perdita dei posti di lavoro, Obama è intervenuto affermando che questa affermazione non fosse vera. Ed in realtà è così, visto che ciò che gli viene contestato è proprio il fatto che in questi 4 anni ha autorizzato sin troppe trivellazioni anche in aree pericolose come l’Alaska. Purtroppo lo stesso è accaduto anche con l’industria del carbone.
In sostanza la differenza tra i due è che mentre Obama vuol suddividere equamente le risorse tra rinnovabili e combustibili fossili (senza dimenticare il gas naturale), Romney vuole assegnare quasi il 100% dei fondi a queste ultime, affermando che i primi provvedimenti che prenderà nei primi giorni del suo mandato saranno attivare definitivamente la tanto contestata Keystone XL, l’oleodotto più pericoloso d’America, ed abolire il credito d’imposta per il settore eolico. Anche l’America, almeno da questo punto di vista, si trova a scegliere tra il peggio ed il meno peggio.
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