Ci hanno messo diversi anni per capirlo, ma alla fine hanno ceduto. Radio Vaticana spegnerà dal prossimo 1° luglio le sue frequenze in onde medie e corte in Europa e nel Continente americano. Quelle che per intenderci secondo un servizio de Le Iene facevano il giro del mondo all’incirca 3 volte. Erano in molti ad accusare Radio Vaticana di utilizzare delle frequenze talmente alte da causare tumori nella zona vicina alle antenne, ed ora, pur non ammettendo l’errore, padre Federico Lombardi, direttore dell’emittente, ha dichiarato che le cose dal prossimo mese cambieranno.
Pur non ammettendo la pericolosità delle onde magnetiche della radio più potente del mondo (unica a prendere il segnale in qualsiasi punto del pianeta), il motivo di questo cambio di rotta è da ricercare in una nuova politica di divulgazione. L’idea è di spostare gli sforzi su Internet ed utilizzare le reti locali e regionali per trasmettere ancora nella radio tradizionale.
Nonostante, secondo padre Lombardi, le emissioni erano già sotto la norma in precedenza, secondo il Codacons soltanto adesso rientrano nei limiti di non pericolosità, anche se l’associazione dei consumatori non è che sia proprio contentissima della politica dell’emittente.
Il provvedimento è tardivo, oltre che una ammissione di colpa da parte dell’emittente. Le onde andavano tagliate già molti anni fa, prima che i residenti si ammalassero e morissero di leucemie e tumori. L’annuncio di Radio Vaticana non solo sembra fumo negli occhi, ma potrebbe addirittura rappresentare una prova di colpevolezza a carico dell’emittente, dal momento che dimostra come le emissioni elettromagnetiche fossero ingenti ed eccessive. L’associazione, che nella vicenda giudiziaria che vede coinvolta Radio Vaticana è parte civile, depositerà l’annuncio odierno relativo al taglio delle onde medie e corte alla Procura, chiedendo di metterlo agli atti come prova dell’abnorme emissione di onde elettromagnetiche ad opera delle antenne di Santa Maria di Galeria
ha dichiarato Carlo Rienzi, presidente del Codacons.
[Fonte: Repubblica]
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