Il rapporto Great Elephant Census è un grande censimento della popolazione di elefanti in Africa. Preoccupanti le cifre sul calo del numero di esemplari e sul bracconaggio.
L’elefante è ormai da molti anni uno dei simboli del rapporto spesso infelice tra l’uomo e l’ambiente. Questa famiglia di grandi mammiferi diffusa con differenti specie in Africa ed in Asia ha spesso subito una riduzione del proprio habitat naturale che ne ha pregiudicato la possibilità di sopravvivenza. A questo già preoccupante fenomeno si è poi storicamente sommato il bracconaggio ed il commercio dell’avorio con effetti disastrosi sulla conservazione della specie. Proprio i grandi elefanti africani sono oggetto dello studio Great Elephant Census di cui da alcune ore sono stati resi pubblici i risultati finali. Come il nome lascia intuire, il progetto si propone come un grande censimento della popolazione di elefanti nella savana africana per poterne meglio comprendere le dinamiche ed individuare le criticità.
Il progetto Great Elephant Census
I ricercatori del progetto Great Elephant Census per due anni hanno condotto studi e raccolto dati sulle popolazioni di elefanti presenti in 18 diverse nazione dell’Africa. Le informazioni sono state catalogate secondo metodi standardizzati in modo da offrire una stima affidabile del numero di elefanti presenti e della loro distribuzione sul territorio. Il censimento vuole essere un contributo alla protezione degli elefanti africani fornendo anche uno strumento di paragone per future indagini e analisi.
Il progetto Great Elephant Census è stato sostenuto economicamente da Paul Allen, noto tra le altre cose per essere stato il co-fondatore di Microsoft ed oggi alla guida di Vulcan Inc. Sul campo l’iniziativa è stata portata avanti dai ricercatori di Elephants Without Borders, organizzazione che da anni conduce studi sugli elefanti africani. Tra i partner del progetto anche l’organizzazione African Parks.
Il censimento ha visto la partecipazione di 90 ricercatori ed ha impiegato complessivamente 81 aerei per le ricognizioni. Nei 18 paesi coinvolti sono stati percorsi 463 mila chilometri.
Scomparso il 30% degli elefanti in Africa in 7 anni
Nel presentare i dati finali del censimento Great Elephant Census, Allen ha voluto sottolineare lo spirito di collaborazione che ha accompagnato lo svolgimento del progetto attraverso frontiere, culture e giurisdizioni differenti. Allo stesso tempo Allen ha anche definito drammatico il calo della popolazione di elefanti in Africa ed ha invitato ad una assunzione di responsabilità collettiva che consenta di preservare questa specie dal rischio di estinzione.
Vediamo quindi quali sono i dati chiave del censimento. Come dicevamo il progetto ha stimato la popolazione di elefanti in 18 nazioni differenti. Solo in 15 di queste però è stato possibile individuare dati storici di confronto. Limitando quindi il calcolo a questi 15 paesi, è stato calcolato che la popolazione di elefanti è diminuita complessivamente del 30% nei sette anni tra il 2007 ed il 2014. Si stima in particolare che in questo periodo il numero di elefanti sia diminuito di circa 144 mila unità.
Il dato sul calo della popolazione di elefanti può essere meglio compreso se si considera che nei 18 paesi esaminati il progetto Great Elephant Census ha calcolato la presenza totale di 352.271 esemplari. Seconda una stima dei ricercatori questo numero dovrebbe rappresentare almeno il 93% di tutta la popolazione di elefanti della savana africana il cui numero complessivo risulterebbe quindi inferiore alle 400 mila unità.
Non sono però solo i numeri assoluti a preoccupare i ricercatori. Il dato forse più allarmante che emerge dal censimento è infatti la dinamica registrata negli anni. Per i 15 paesi per i quali erano disponibili dati di confronto è stato calcolato un tasso di declino annuo della popolazione di elefanti dell’8%. Tra il 2007 ed il 2014 inoltre detto tasso di decremento della popolazione è andato progressivamente ad aumentare.
Sempre secondo il Great Elephant Census nella dinamica negativa della popolazione di elefanti in Africa continua a pesare il bracconaggio ed i relativi commerci illegali.
L’importanza delle aree protette
Una speranza per la tutela dell’elefante in Africa arriva dal ruolo sempre più importante della aree protette. I dati del Great Elephant Census hanno stabilito infatti che l’84% degli elefanti censiti è stato avvistato all’intero di territori che godono di speciali protezioni giuridiche come parchi nazionali e riserve naturali. Solo il rimanente 16% della popolazione censita è stata invece individuata al di fuori delle aree di tutela.
Anche nelle aree protette tuttavia la sopravvivenza dell’elefante è generalmente difficile. Una testimonianza indiretta di queste difficoltà arriva dal gran numero di carcasse che durante la ricerca sono state rilevate anche all’interno delle aree tutelate.
Il commento del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente
I risultati diffusi dal progetto Great Elephant Census sono destinati ad alimentare il dibattito sulla tutela delle specie animali. Tra i primi commenti ai dati del censimento si segnala quello di Ibrahim Thiaw del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP).
Thiaw ha posto l’attenzione sul problema irrisolto del bracconaggio che continua a decimare la popolazione di elefanti nel continente africano. Thiaw ha inoltre ricordato come in alcuni paesi africani l’elefante sia ormai localmente estinto e come allo stato attuale non ci siano indizi che possano far sperare in una inversione di tendenza.
In questo senso i dati del nuovo censimento possono svolgere un ruolo importante. L’evidenza dei numeri dovrebbe infatti suggerire palesemente l’urgenza di un impegno più forte per la tutela della fauna africana, e dell’elefante in particolare che ne in un certo senso il simbolo.
Photo | Thinkstock
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