Se il commercio di avorio non si fermerà immediatamente, gli elefanti rischiano l’estinzione. A lanciare l’allarme è uno degli etologi più famosi a livello mondiale, probabilmente la più famosa, Jane Goodall. Secondo la scienziata infatti il fenomeno che ha visto decimare questi pachidermi negli ultimi anni, cacciati illegalmente per le loro preziose corna, potrebbe presto portarli alla definitiva estinzione.
L’appello è giunto in seguito alla notizia del sequestro, avvenuto la scorsa settimana in Malesia, di 24 tonnellate di avorio, ovviamente illegali. Più o meno quanto era stato sequestrato complessivamente nell’anno precedente. A portarlo avanti sarebbero gruppi di guerriglieri che danno la caccia agli elefanti per poi rivendere questo materiale prezioso e finanziare le loro guerre interne. Stando agli ultimi dati ufficiali, negli ultimi 3 anni la popolazione di elefanti in Tanzania si è più che dimezzata, mentre l’Uganda è arrivato persino ad impiegare gli aerei per individuare dall’alto qualcuno dei pochi animali ancora rimasti in vita. In Congo si utilizza addirittura l’esercito per uccidere gli elefanti.
Secondo la dottoressa Goodall, la prima responsabile di questo massacro è la Cina, principale importatore mondiale di avorio. E’ qui che c’è il maggior contrabbando dovuto al fatto che l’avorio è considerato ricco di sostanze benefiche per il corpo umano, e perché se ne ricavano un gran numero di utensili ed altri oggetti. Per questo Jane Goodall, ma anche altri scienziati mondiali come David Attenborough, famoso in Italia per essere in un certo senso il co-conduttore del programma Missione Natura, hanno chiesto alle Nazioni Unite una moratoria per vietare definitivamente qualsiasi utilizzo dell’avorio.
Solo vietando l’utilizzo di questo materiale in tutte le sue forme si può fermare il commercio, sia legale che illegale, ed il fenomeno del bracconaggio. Altrimenti di qui a qualche anno non rimarrà nessun elefante da sfruttare, e poi vorremmo vedere come i cacciatori di avorio riusciranno a rifornirsi.
[Fonte: The Guardian]
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