La buona notizia è che i compiti a casa li abbiamo fatti. La cattiva è che per essere promossi dobbiamo ancora studiare. Si può sintetizzare così la tabella redatta dall’Enea sul Piano d’Azione Italiano per l’Efficienza Energetica. In breve si tratta di uno studio che mirava a stimolare gli italiani a consumare meno energia in modo da risparmiare sia economicamente che in fatto di emissioni. Divisa in quattro categorie (residenziale, terziario, industria e trasporti), l’Italia doveva raggiungere una serie di obiettivi stabiliti al 2010 e al 2016 per ridurre la propria impronta di carbonio. Ce l’ha fatta?
Sì, ce l’ha fatta, ma con non numeri incoraggianti, e di certo ancora non possiamo dormire sonni tranquilli. Infatti, secondo il rapporto presentato ieri a Roma, non è detto che questi risultati siano positivi per gli sforzi degli italiani, ma soprattutto per quanto riguarda l’industria, possono essere legati alla crisi economica che ha portato alla chiusura di molte aziende e che quindi derivano da una minore produzione e non da una migliore efficienza energetica. Inoltre terziario e trasporti, seppur di poco, non hanno raggiunto i loro obiettivi, e su questo c’è da riflettere.
Per quanto riguarda il settore residenziale forse abbiamo l’unico dato strutturale visto che, grazie agli incentivi per la riqualificazione, effettivamente le case sono meglio isolate e gli impianti sono più efficienti di prima. Un altro punto a sfavore dell’ottimismo sta nel fatto che forse le stime sono state troppo basse e che le abbiamo raggiunte così facilmente proprio perché non richiedevano un grande sforzo.
I numeri: l’obiettivo al 2010 di risparmio energetico nel settore residenziale era di quasi 17 mila GW/h all’anno. Ne sono stati risparmiati oltre 31 mila, quasi il doppio, numeri positivi che ci fanno avvicinare all’obiettivo dei 56 mila fissato per il 2016 e che, di questo passo, potrebbero essere raggiunti già quest’anno o il prossimo al massimo.
Nel settore dell’industria il miglioramento arriva di poco, 8 mila GW/h contro 7 mila, mentre siamo rimasti al di sotto nel terziario (cinquemila contro ottomila) e nel settore dei trasporti con 2.972 contro 3.490. Complessivamente però il risparmio energetico è stato notevole, con oltre 47 mila gigawattora annui risparmiati contro un obiettivo di trentacinquemila circa, ma l’importante è considerare questi numeri come un punto di partenza e non come uno di arrivo.
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