L’Unione Europea vara una nuova direttiva in materia di efficienza energetica, che vincolerà i paesi membri ad attuare politiche mirate a un taglio delle emissioni del 20% entro il 2020. La direttiva si inserisce nel quadro del triplice obiettivo 20-20-20, e arriva alla stesura finale dopo 5 anni di negoziati.
Finalmente l‘UE vara anche l’ultima direttiva del piano 20-20-20, triplice obiettivo da raggiungere entro i prossimi otto anni. Il piano 20-20-20 mira alla riduzione del 20% delle emissioni di anidride carbonica, al raggiungimento del 20% di energia ricavata da fonti rinnovabili, nonché a una riduzione delle emissioni pari al 20%. Su quest’ultimo punto giunge finalmente la direttiva specifica, che vincola gli stati membri a migliorare l’efficienza energetica dei propri edifici.
La direttiva arriva dopo anni di tira e molla, in cui, in particolare, si è dovuto far fronte alle richieste delle a associazioni degli imprenditori. Tra queste, spiccano la riduzione nelle vendite di energia a clienti industriali e domestici dell’1,5% per anno e il tasso di ristrutturazione del 3% per edifici pubblici di proprietà del governo. Interessanti punti introdotti dalla nuova direttiva UE sono un sistema di monitoraggio della gestione energetica da parte delle grandissime aziende e l’attenzione agli appalti pubblici.
Ora gli stati dell’Unione dovranno presentare i propri progetti per migliorare l’efficienza energetica dei propri edifici pubblici, a partire dal piano in cui si indicano gli obiettivi del relativo stato per il prossimo aprile 2013 (primo appuntamento dettato dalla nuova direttiva): tali progetti verranno sempre controllati dall’UE che valuterà la loro bontà al fine di raggiungere l’obiettivo del taglio del 20% di emissioni. Tutti i progetti e i propositi di cambiamento ritenuti inadeguati dovranno essere riformulati, pena, come solito in UE, sanzioni. Finalmente è stato svelato l’ultimo pezzo del piano 20-20-20, ora la palla passa, in tutto e per tutto, agli stati membri.
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