Una delle critiche che vengono spesso mosse alla politica locale è di costringere i cittadini a vivere la vita pubblica in edifici vecchi e fatiscenti. Scuole che cadono a pezzi, strutture sportive al limite della praticabilità, edifici pubblici poco efficienti e tanto altro. Per questo ora il Ministero dell’Ambiente ha deciso di imprimere una svolta a quest’andazzo ed ha stanziato 100 milioni di euro da erogare nei prossimi anni per avviare progetti di riqualificazione.
L’obiettivo ufficiale è quello di migliorare l’efficienza energetica, rendere cioè gli edifici più efficienti eliminando le dispersioni di calore e magari installando anche pannelli solari. Ma questi lavori semplicemente portano ad un rinnovamento dell’edificio che viene così ristrutturato, migliorando la qualità della vita di chi ci passa gran parte della giornata.
Destinatari del finanziamento, che rientra nei fondi strutturali della programmazione 2007-2013, saranno 84 Comuni del Sud Italia con meno di 15 mila abitanti, quei Comuni cioè che sono talmente piccoli da avere bilanci striminziti e che dunque non possono provvedere a questo genere di lavori con le proprie forze. Ma nonostante siano piccoli,
rappresentano la struttura portante dell’economia del Mezzogiorno e, nella grande maggioranza dei casi, realtà di notevole pregio architettonico, artistico e culturale
si legge in una nota del Ministero. E proprio il Ministro Clini ha voluto dire la sua, spiegando che quest’iniziativa
rappresenta il primo, fondamentale tassello della transizione verso economie locali a bassa intensità di carbonio strutturando sistemi territoriali ed elevate prestazioni energetiche in grado di trainare la green economy. Questi interventi innescano processi virtuosi presso le pubbliche amministrazioni che possono accedere alle risorse solo proponendo progetti di elevata qualità.
Al bando avevano risposto ben 700 Comuni, ma solo 84 hanno “vinto” la gara grazie a
proposte progettuali con un elevato grado di innovazione tecnologica e per l’utilizzo di materiali ad elevata compatibilità ambientale, confermando l’interesse che i territori mostrano per una prospettiva forte di sviluppo sostenibile.
Speriamo soltanto che gli altri non restino a bocca asciuta ma in futuro potranno realizzare i propri programmi ambientali.
Photo Credits | Thinkstock