Primi risultati a tinte fosche ci giungono dal progetto Life+ Futmon (Further development and implementation of an Eu-level forest monitoring system), promosso dall’Unione Europea, e che per l’Italia vede la partecipazione del Corpo forestale dello Stato, in collaborazione con il Cnr ed il Cra (Consiglio per la ricerca in agricoltura): i boschi italiani perdono smalto a causa dello smog e dell’aumento delle temperature.
Le foreste italiane, vittime dei cambiamenti climatici, come l’uomo d’altronde, soffrono e si ammalano di più. La letteratura scientifica si è interrogata spesso sull’impatto del riscaldamento globale nello sviluppo e nella diffusione delle malattie, e numerosi studi hanno accertato un ruolo chiave dell’innalzamento delle temperature nella proliferazione di alcuni batteri e virus.
Così come è stato chiarito l’impatto negativo dell’inquinamento atmosferico sulla salute della popolazione mondiale, con una sempre maggiore incidenza di asma e patologie respiratorie proprio in prossimità di aree molto inquinate del Pianeta.
Se lo smog fa male all’uomo, certo non fa bene nemmeno alle piante.
Attenendosi ai dati diffusi dallo studio, il 35% degli ecosistemi forestali è a rischio, il 30% delle foglie va perso ed i colori sbiadiscono di quasi il 10%.
Una tempesta di agenti biotici si abbatte sulle foreste italiane: parassiti, funghi, insetti e batteri. A peggiorare il tutto e ad aggravare le cause naturali ci pensando gli agenti abiotici, cambiamenti climatici e smog in primis, che danno il colpo di grazia alla salute dei boschi.
In Europa i fattori di degrado più rilevanti degli ecosistemi forestali sono rappresentati per l’appunto dallo smog, dall’ozono, dal pulviscolo dell’aria e dal caldo.
Querce e castagni gli alberi più danneggiati, va meglio alle conifere, che risultano in netto miglioramento.
Qualche altro dato interessante diffuso dall’Inventario nazionale delle foreste e dei serbatoi di carbonio, riguarda le specie più diffuse sul nostro territorio. L’albero che spopola maggiormente in Italia è il faggio che conta un miliardo di esemplari negli Appennini. Il 68% del patrimonio forestale italiano è composto da boschi di latifoglie.
[Fonte: Ansa]
[Foto: visualizeus.com]
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