I Paesi hanno il tempo limitato per agire e salvare il mondo dalle conseguenze più dannose del cambiamento climatico. Molti sono i problemi e i punti in sospeso che gli anni precedenti ci hanno lasciato, ma molte sono anche le occasioni che il 2021 ha avuto per trovare delle soluzioni.
A lanciare l’ennesimo campanello d’allarme è stata l’ONU con il rapporto del suo Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC). Le conclusioni sono semplici: tutti i cambiamenti climatici che vediamo nel mondo sono “inequivocabilmente” dovuti all’uomo e sono “senza precedenti”. Purtroppo, sembra che questo non aggiunga nulla di nuovo a quello che già sappiamo, ma in realtà è molto allarmante rispetto ai rapporti precedenti perché è il più dettagliato di sempre.
Lo studio ci fa realizzare quanto sia davvero l’uomo con le sue azioni a rovinare l’intero ecosistema, basta considerare che gli ultimi cinque anni sono stati i più caldi mai registrati non in questo secolo, ma addirittura dal 1850 ad oggi. Se poi leggiamo dal rapporto che l’ultimo decennio è stato il periodo più caldo degli ultimi 125mila anni e che l’anidride carbonica presente nell’atmosfera sono i più alti degli ultimi 2 milioni di anni, ci rendiamo conto che è necessario agire il prima possibile per se non invertire almeno ridurre la portata di queste tendenze.
Il rapporto dell’IPCC ha poi fornito da base per gli incontri dei leader mondiali del 2021, prima il G20, un evento importantissimo per l’Italia in quanto padroni di casa, e poi la COP26, co-presieduta dal nostro Paese e dalla Gran Bretagna. Il presidente della Cop26 Alok Sharma il giorno conclusivo del vertice si è commosso: purtroppo non dai risultati ottenuti, ma dalle occasioni mancate. Dopo due settimane di trattative si può dire che l’accordo conclusivo è “annacquato” perché molti dei principali punti su cui si doveva trovare un accordo non sono stati raggiunti. Per esempio, l’India è riuscita a far cambiare all’ultimo le promesse sulle emissioni dei vari Paesi, modificando il testo da “graduale eliminazione” a “graduale diminuzione”.
I Paesi di tutto il mondo sono stati invitati dalla Cop26 a tornare l’anno prossimo con piani più ambiziosi per ridurre le emissioni di CO2 entro il 2030, ma soprattutto le diverse nazioni hanno dovuto trovare un limite temporale entro il quale raggiungere la neutralità carbonica. Il problema è che sono obbiettivi molto diversi tra di loro, perché per l’Unione Europea, gli Stati Uniti e un altro gruppo di Paesi la scadenza è il 2050, mentre per Cina e India sono rispettivamente il 2060 e il 2070.
La COP26 che si è recentemente conclusa a Glasgow non è l’unica iniziativa che permette di ragionare sugli obiettivi di ecosostenibilità globali e capire quali sono i passi più importanti e urgenti da fare. È certamente importante perché chiama in causa i leader di tutto il mondo per trovare una soluzione comune ai problemi ambientali, ma non bisogna dimenticare tutti gli attivisti ed ecologisti che ogni giorno anche attraverso celebrazioni meno note cercano di fare la differenza.
Non stiamo solo parlando di festival locali che celebrano la biodiversità di una determinata provincia o regione, ma anche di celebrazioni internazionali a cui partecipano non solo esperti del settore ma anche addetti ai lavori. L’esemplificazione di tutto è la Giornata della Terra, quando infatti queste due parti lavorano insieme per implementare delle svolte più ecosostenibili all’interno delle aziende e che davvero possono fare la differenza.
Come abbiamo visto sono molti gli obbiettivi raggiunti quest’anno, non solo in passi avanti effettivi che sono stati fatti, ma anche in consapevolezza delle persone comuni di quanto quello del cambiamento climatico sia un problema che può davvero cambiare la nostra esistenza e destinarci all’estinzione. Proprio per questo, il 2022 sarà un anno ancora più importante del 2021 per cementificare gli obbiettivi raggiunti e portarli un passo avanti. Se l’anno prossimo avrà come protagonista il cambiamento climatico quanto quest’anno, allora siamo certi che otterremo dei veri risultati.